In bici per cascine: le lezioni alterantive del Candiani

Grazie al progetto finanziato dalla Regione, i ragazzi dell'artistico hanno trascorso una settimana alla scoperta del mondo agreste, a due passi dalla città

«la profonda aspirazione di ogni uomo, di ogni popolo a conoscere la propria tradizione è da considerarsi di estrema importanza per uno sviluppo personale e sociale compiuto e positivo. Infatti una città, un popolo che non hanno coscienza della propria storia, degli ideali che hanno costituito nel passato le fondamenta del vivere quotidiano a livello familiare, sociale, politico potranno difficilmente avere un futuro degno del nome che portano.
Per questo guardiamo con molta simpatia e sosteniamo ogni iniziativa che, avendo alla base questa preoccupazione educativa, si rivolge ai giovani, fornendo loro vari documenti del tempo passato» diceva il professor Salvatore Mangiameli dal libro “Scampoli di storia bustocca”
 
Grazie al progetto promosso dalla regione Lombardia, dal consorzio Entertaining, dal Liceo Artistico Paolo Candiani e dalla fondazione ENAIP Lombardia Busto Arsizio, noi studenti di Architettura&Design delle classi 4SD1 e 3SBD, abbiamo avuto l’occasione di avvicinarci ad una realtà storica ma quasi dimenticata. Abituati a studiare opere d’arte moderna e contemporanea di fama internazionale, ci è stato proposto una settimana “in giro per cascine”, per poter conoscere e visitare ciò che fa parte delle nostre radici. Ecco, allora, l’occasione per un tuffo nel passato, nelle forme consuete e familiari di abitazioni che sono parte dei nostri ricordi: le cascine; luoghi cari ai nostri avi, capaci di far scaturire in noi grandi emozioni.
Osservando il patrimonio architettonico sopravvissuto alle trasformazioni urbanistiche che si sono succedute negli anni, non si può fare a meno di ripensare ad un modo di vivere semplice, a contatto con la natura, basato sulle relazioni e sui rapporti umani sinceri e autentici.
Il primo giorno ci è stato presentato il progetto dal professor Mezzetti e dalla prof.essa Angeleri; è stato illustrato il metodo di lavoro e l’obiettivo finale, abbiamo affrontato la lettura del territorio attraverso gli opportuni strumenti cartografici della zona, degli insediamenti antropici e delle culture locali.
Nel nostro territorio, esistono ancora molti esempi di edifici rurali; parte hanno mantenuto intatta la propria struttura, come abbiamo potuto constatare analizzando la cascina Burattana. Altre cascine, invece, sono state trasformate per soddisfare nuove esigenze, come nella cascina Borghetto, da noi visitata durante il nostro giro il secondo giorno.
 
Esperienza del tutto nuova e illuminante, accentuata anche dalle parole del signor Zanarella, che hanno colpito e travolto i nostri animi, facendoci prendere lentamente coscienza della vita che si conduceva fino ad una quarantina di anni fa. Ci siamo ritrovati in una piccola stanza, ascoltando le sagge parole del signor Luciano: le nostre menti hanno cominciato a sognare e immaginare le persone, le cose, gli animali e le storie di un tempo.
Oltre ad aver osservato e visitato le cascine Burattana, Borghetto, Cascinetta, Borra, abbiamo avuto l’opportunità di venir a contatto con paesaggi che ormai sembravano poter esistere solo nella pubblicità della Mulino Bianco: campi di grano, boschi verdeggianti, prati fioriti, silenziose radure animate solo dal timido suono di qualche cicala, sono stati panorami costanti nel nostro breve tour in bicicletta.
Le nostre menti e i nostri animi per una sola giornata hanno viaggiato nel tempo, ritrovandosi nel lontano 1700, rimanendo stupiti dal fatto che la “nostra Busto” si trovasse solo a qualche chilometro di distanza da noi.
La fatica si è fatta sentire, ovviamente, ma noi ci siamo divertiti! Durante i pomeriggi successivi abbiamo trascorso il tempo sfogliando libri antichi e non, scoprendo le usanze di un tempo, alcune ormai perdute, altre ancora vive, e solo ora ci rendiamo davvero conto della vita che si conduceva fino da una quarantina di anni fa.
Il fine del progetto, oltre alla riscoperta delle nostre radici, è stato quello di realizzare, con la collaborazione della prof.essa A. Marrocchella, dei “volantini”, riguardanti le varie sfaccettature della vita nella cascina; il nostro obiettivo era quello di risvegliare negli animi della gente, l’interesse per quei segni di un mondo agricolo che sembrano ormai essere tramontati nella nostra zona.
E dunque, ora ci ritroviamo di fronte ad un computer, con la speranza di riuscire a trasmettere l’emozione di un ricordo e di un passato. Troviamo, però, difficoltà nell’evidenziare ciò che ha avuto più importanza, durante questa settimana che sembra essere volata, e ciò che ne ha avuta meno, poiché ogni cosa ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria.
La nostra avventura è stata agevolata dalla presenza di persone, che ci hanno parlato del proprio amore per la terra a della semplicità del modo di vivere dei nostri avi, e da esperti come il professore (storico dell’arte) Giuseppe Paciarotti, esperto di Busto. Quest’ultimo è stato affiancato dalle prof.esse E. Angeleri, G. Clementi, A. Marrocchella, L. Pagani, e dal professor E. Mezzetti, che ci hanno sostenuto durante il cammino. A loro va il nostro grazie.

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Pubblicato il 26 Giugno 2009
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