Morire dopo il parto. L’appello dei ginecologi di tutto il mondo

Presentato a Varese il 34° congresso mondiale dell'International Urogynecological Association che si terrà a Villa Erba e sarà presieduto da Stefano Salvatore, docente dell'Insubria. La campagna della Women help foundation per le donne del Terzo Mondo afflitte da fistola ostetrica

Due milioni di persone, quanto l’intera popolazione del Kosovo. Tante sono le donne che nei Paesi del Terzo Mondo soffrono di fistola ostetrica. Si tratta di una lacerazione che si sviluppa tra la vagina, la vescica e che puo’ coinvolgere anche il retto, come conseguenza di un travaglio prolungato ed ostruito. Una patologia che non gode della fama scellerata del cancro e il cui nome non riecheggia nelle pubblicità progresso, ma le cui conseguenze possono essere terribili: incontinenza urinaria e in alcuni casi anche fecale, danni nervosi che compromettono le funzioni degli arti inferiori. Il problema maggiore è dato però dalla reazione sociale a questa patologia. Infatti, le donne che soffrono di fistola ostetrica vengono spesso isolate dalle loro comunità di appartenenza perché la loro condizione è fonte di vergogna per le famiglie. L’isolamento e la mancanza di cure le portano rapidamente alla morte.
Su questo fronte alcuni medici occidentali, specializzati in ostetricia ginecologia, stanno combattendo una battaglia importante attraverso la “Women help foundation (Whf). Tra loro c’è anche Stefano Salvatore (foto), responsabile del Centro di Uroginecologia della clinica ostetrica e ginecologica dell’Università dell’Insubria, nonché presidente della fondazione. «Il nostro compito – ha spiegato Stefano Salvatore, durante la conferenza stampa di presentazione del 34° congresso mondiale di uroginecologia al Pelvic Care Center di Varese – non è quello di mandare in quei paesi dei medici a operare o a fare del turismo chirurgico, ma creare le condizioni perché lì si formino dei medici che possano operare. Il ruolo della medicina locale in questa battaglia è molto importante perché inciderà con più efficacia sull’aspetto culturale e la percezione che le popolazioni hanno di questa malattia».
Per farsi un’idea di cosa voglia dire essere colpiti da questa patologia è sufficiente andare sul sito della  “Women help foundation” (Whf), realizzato dalla grafica Sara Frattini, e ascoltare le testimonianze delle giovani donne che soffrono di fistola ostetrica.
Un prestigioso palcoscenico da dove poter lanciare un appello ai medici ginecologi di tutto il mondo sarà, appunto, il prossimo congresso dell’International urogynecological association (Iuga) che si terrà dal 15 al 20 giugno al centro congressi  Villa Erba di Como e dove sono attesi circa 1500 medici, tra cui i massimi esperti della materia. Una parte importante nella preparazione del meeting mondiale, che sarà presieduto da Stefano Salvatore, l’ha avuta anche Varese soprattutto dal punto di vista logistico. «Varese ci è stata vicina nell’organizzazione di questo appuntamento con un’attività benefica collaterale – ha commentato Salvatore –. A partire dal sindaco Attilio Fontana che ci ha aiutato a gestire alcuni rapporti nell’organizzazione dell’evento, fino a Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, che ci ha dato un grande aiuto nel pianificare gli spostamenti degli ospiti che arriveranno da tutto il mondo e sbarcheranno a Malpensa».
L’appello della Whf è stato già raccolto da alcuni personaggi della musica, dello sport e dello spettacolo, alcuni dei quali faranno sentire la loro voce durante la serata di gala a Villa Erba: la cantante Antonella Ruggiero,  già mitica voce dei Matia Bazar, Giorgia, il centauro Loris Capirossi, l’ex miss Belgio e l’immancabile, quando si tratta di beneficenza, Distretto51, gruppo musicale dove suona il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

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Pubblicato il 13 Giugno 2009
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