Obama in Egitto fa la pace con l’Islam

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sta cercando di lasciare il segno e le sue mosse in politica estera stanno segnando una discontinuità fortissima con la precedente gestione

 “Tutti i popoli del mondo possono vivere in pace tra loro. È questo il disegno di Dio”. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sta cercando di lasciare il segno e le sue mosse in politica estera stanno segnando una discontinuità fortissima con la precedente gestione.
Nel  suo atteso discorso all’università del Cairo ha citato brani del Corano, del Talmud, della Bibbia.
Obama ha sottolineato la necessità di superare gli stereotipi: quelli dell’Occidente nei confronti dell’Islam, ma anche quelli nei confronti dell’America. «Perché siamo una società che nasce dalla ribellione ad un impero – ha riferito il presidente Usa -, una nazione in cui tutti hanno la possibilità di realizzare se stessi
Obama ha però ricordato che l’America è ferma sulla lotta al terrorismo, giudicata inevitabile. La netta distinzione tra la caccia agli estremismi e una guerra all’Islam che non c’è. L’intervento militare in Afghanistan, ha detto, è stato inevitabile. Diversamente quello in Iraq, «che è stata una scelta» e che «è stato contestato anche nel nostro Paese».
Obama ha poi parlato della necessità di superare la violenza del conflitto mediorientale. Israele, ha detto il capo della Casa Bianca, deve accettare l’esistenza di uno stato palestinese e viceversa Hamas deve riconoscere l’esistenza di Israele.
«L’Iran – ha poi accennato – dovrebbe avere accesso al nucleare pacifico, ma deve aderire al Trattato di non-proliferazione».
Tra gli altri punti toccati dal capo della Casa Bianca, vi sono la necessità di lavorare per una sempre maggiore estensione dei diritti civili e per la parità tra uomo e donna, per la libertà religiosa in ogni parte del mondo.
Prima dell’intervento all’università, il presidente americano ha avuto modo di incontrare per un faccia a faccia a porte chiuse il presidente egiziano Hosni Mubarak e per una visita alla moschea del sultano Hassan, all’università e alle piramidi. Alle 18.40, con circa 40 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, il presidente ha lasciato il Cairo per la Germania

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Il commento geopolitoco di Lucio Caracciolo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Giugno 2009
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