Buona l’anteprima: grande successo per Ale e Franz al Caffè Teatro
La stagione estiva dello storico locale si è conclusa con le prove "segrete" dello spettacolo autunnale dei due comici di "Buona la Prima": riempiendo il locale di fan che hanno condiviso un'esclusiva
E’ stato un bel regalo quello che Ale e Franz hanno fatto agli spettatori delCaffè Teatro di Verghera nelle ultime due serate di stagione: hanno regalato tre mesi di anticipo sulle trasmissioni televisive più gettonate, e la possibilità di partecipare alla formazione di ciò che farà ridere gli spettatori "normali" contati a milioni nelle statistiche delle tivù.Hanno regalato, cioè, un privilegio: la possibilità, sempre più straordinaria, di non essere soggetti passivi di ciò che piace guardare quando si fa zapping col telecomando. Ma di vivere nella realizzazione quotidiana, di sorridere o compatire la “topica”, sottolineare la battuta giusta.
E’ questo infatti che Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, hanno fatto nelle due serate "sold out" del 27 e del 28 luglio: fare davanti ad un pubblico ristretto e “amico” come quello di Verghera – “Il locale che ci ha visto nascere nel 1993 e che è’ come casa nostra” spiega Franz, con la conferma di Ale: "Tant’è vero che paghiamo pure l’ICI” – le prove dello spettacolo che andrà in onda in autunno su Canale 5.
Una serata “delicata” e inedita, dove i video sono stati banditi con più forza che in altre sere, per motivi di copyright. Ma che è stata ripagata con una intima anteprima che, insieme agli habituè del locale, ai partecipanti che hanno saputo della serata grazie alla infaticabile newsletter del locale e al passaparola tra fan, annoverava anche moglie e figli di Ale, appollaiati sul balcone a ringhiera del cortile esterno dove si è svolto lo spettacolo.
Un insieme di sketch nuovissimi “di cui ricordiamo giusto il 12 per cento, il resto ci tocca leggerlo” spiega Ale (ma non è affatto vero: hanno di gran lunga superato il 60%.delle battute ricordate) e che raccoglie felicemente un altro pezzo della loro comicità: che è innanzitutto “roba che fa ridere” ma che ha anche ampi stralci di poesia e una vena letteraria davvero fine, se così si può dire per uno spettacolo comico.
Come nel caso dello sketch sul funerale, che ha un crescendo che ricorda più la letteratura che il teatro, o l’ancora perfettibile sketch sull’amore, che da feuilleton diventa pop art, collage di luoghi comuni con il triplo salto mortale. Queste prove, così, non si sono rivelate per niente un minus, rispetto allo spettacolo. Sono state al contrario uno spettacolo a sé, con argomento il "making of" di uno spettacolo, come ha insegnato l’ultima loro trasmissione televisiva, “Buona la Prima” che viene registrata ogni volta senza canovaccio.
E che si regge sulle loro principali caratteristiche, quella di saper governare con ironia l’imprevisto, e di viaggiare sempre sul filo dell’assurdo linguistico pur tenendosi ben ancorati a ciò che succede giorno per giorno. Per questo non è così campato per aria l’accostamento, che qualcuno fece con loro, ai Cochi e Renato de “Il poeta e il contadino” pietra miliare della tivù e, in generale, dello spettacolo del 1900. Ora, nel terzo millennio, ci sono loro, e il veicolo principale è anora la tivù: ma anche per loro caso si tratta di ben altro, e di spettacolo vero, per una notte visto "dal vero".
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