I Contadini del tessile strappano a Montecitorio una proposta di legge
Presentata a Montecitorio la proposta "Reguzzoni - Versace" per disciplinare la comercializzazione dei prodotti tessili e chiarirne la vera provenienza. Alla Camera anche gli imprenditori che l'hanno richiesta
Dalla protesta alla proposta il passo è stato davvero breve: e così la difesa del made in Italy nel tessile, che solo due settimane fa era scoppiata in una clamorosa “assemblea di autoconvocati”.Ora è arrivata a Montecitorio e la proposta di legge, chiamata «Reguzzoni – Versace» dal nome dei primi firmatari, è una realtà calendarizzata nei lavori parlamentari.
Una proposta presentata da parlamentari e imprenditori insieme, nella sala del Mappamondo: presenti diversi deputati firmatari (e a prendere la parola sono stati i deputati Santo Versace del Pdl, Massimo Calearo e Andrea Lulli del Pd e il presidente dei deputati leghisti Roberto Cota) e i rappresentanti degli imprenditori del settore che per primi hanno presentato le loro istanze perchè venga chiarito in maniera trasparente cosa davvero si produce in Italia dell’abbigliamento “made in italy”.
Più precisamente la delegazione dei “contadini del tessile”, come si sono autodefiniti, era composta da Roberto Belloli (Busto Arsizio – Varese), Marco Santi (Como), Andrea Maule (Vicenza), Andrea Della Vedova (Milano), Massimo De Bernardi (Varese).
Questa proposta di legge «E’ innanzitutto una questione di trasparenza a beneficio dei consumatori: è giusto che siano liberi ed informati al momento di fare le loro scelte d’acquisto – ha detto Marco Reguzzoni durante la conferenza stampa in cui ha spiegato i motivi che lo hanno portato a presentare la proposta di legge, che disciplina “Misure inerenti la commercializzazione di prodotti tessili” – Mentre oggi rischia di succedere proprio il contrario: così quando un consumatore compra un vestito con su scritto “Made in Italy”, in realtà può capitare che questo prodotto sia stato fatto interamente all’estero. Non è più pensabile che ciò continui ad accadere».
La presentazione della proposta di legge è stata però solo l’ultima tappa della giornata romana dei “Contadini del tessile”: «Abbiamo avuto accoglienza davvero strepitosa – ha commentato entusiasta Roberto Belloli, che con la sua email in cui diceva che anche i tessili avrebbero dovuto otttenere lo stesso riconoscimento di prodotto che aveva ottenuto il ministro Zaia per i contadini e il loro olio ha fatto partire la "crociata" – Abbiamo avuto un incontro con l’onorevole Gibelli, presidente della commissione attività produttive, abbiamo incontrato i ministri Ronchi e Calderoli, abbiamo incontrato i firmatari della proposta di legge, tra cui anche Santo Versace. E tutti si sono trovati d’accordo nel dire che il concetto del “vero made in italy” va portato avanti, per muovere l’economia reale di questo settore».
Naturalmente, un entusiasmo che non va oltre la realtà: «Sia bene inteso, mica pensiamo di avere ottenuto la legge – conclude Belloli – Ma almeno è stato avviato un iter di discussione che ha una sua precisa calendarizzazione, che partirà da settembre. E ci ha fatto piacere che questa iniziativa abbia poi ricevuto il sostegno di Confindustria»
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