Sequestro Cornacchia, i manovali “pagano” più dei capi
Scelgono il rito abbreviato ma prendono una condanna più dura dei complici. La giustizia, anche secon pene diverse, ha condannato tutti i rapitori
Sono stati condannati a 17 anni e 4 mesi ciascuno, i due carcerieri che terreno in ostaggio Riccardo Conacchia a Gravedona durante il sequestro lampo ai suoi danni. Salvatore Esposito e Aniello Di Salvatore sono stati giudicati a Milano in quanto avevano scelto il rito abbreviato. L’inchiesta era stata seguita dalla dda e in caso di rito ordinario il processo ha luogo a Varese, ma con l’abbreviato rimane davanti al gup (che in questo caso era a Milano). La particolarità della vicenda è però che i due manovali, nonostante i benefici del rito abbreviato, hanno ricevuto una pena più severa dei due organizzatori del sequestro, Riccardo Giorgi e Massimo Aiello, condannati ieri a Varese a 6 anni mezzo. Come è possibile? Si tratta dell’effetto di due diverse decisioni dei giudici. Il gup di Milano li ha ritenuti colpevoli di sequestro a scopo di estorsione, e dunque con un pena che parte da 25 anni di carcere, a cui ha applicato lo sconto di un terzo della pena per effetto del rito abbreviato. A Varese il collegio presieduto dal giudice Orazio Muscato, invece, ha deciso che il sequestro Cornacchia non era a scopo di estorsione e dunque ha distinto il rapimento di persona (pena da sei mesi e sei anni), dall’estorsione. I malviventi avrebbero chiesto successimente dei soldi con le minacce ma solo per il disturbo. Così, i tecnicismi del codice penale, e le diverse scelte degli avvocati difensori, hanno portato a una distribuzione delle pene squilibrata, nonostante avessero tutti fatto la stessa cosa.
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