A proposito del gruppo Amsc di Gallarate
Nota del capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia Alessandro Petrone
Riceviamo e pubblichiamo
Ci preme di fare alcune considerazioni veloci ma pregnanti sul gruppo AMSC e segnatamente sulla costola Impianti e Servizi.
Amsc è una azienda pubblica gallaratese, dei gallaratesi, che negli anni, a differenza di altre, è rimasta sotto il solido comando gallaratese e di questo portiamo orgoglio e vanto. Altri, di contro, hanno venduto le loro aziende, rinunciando al controllo diretto.
Amsc è l’azienda dei gallaratesi perché oltre ad erogare servizi pubblici fondamentali con parametri di economicità, efficacia ed efficienza, svolge una importante funzione sociale. Dalla lettura dei bilanci emerge, infatti, chiaramente che per alcuni servizi non è coperto il costo della loro produzione. Altresì a fronte di tariffe invariate e di interventi a favore delle famiglie utenti, come le dilazioni dei pagamenti, si mantiene inalterato l’alto standard qualitativo e si prosegue nella politica degli investimenti: si pensi alla percentuale raggiunta nella raccolta differenziata, si pensi ai progetti di metanizzazione in Sardegna, al progetto Skycity e del teleriscaldamento.
Noi leggendo i documenti della azienda, ed incontrandone Presidente e management, che mai si sono sottratti al confronto, non evidenziamo “perdite in quanto tali” bensì voci di investimenti per il bene degli utenti e primariamente della collettività gallaratese: si pensi al tanto atteso recente parcheggio interrato di via Bonomi, si pensi anche agli stessi uffici commerciali dell’azienda, nuovi, centrali e più facilmente raggiungibili anche dall’utenza più disagiata che costituiscono un patrimonio di tutta la collettività.
A questo punto occorre fare una provocazione, si abbia il coraggio di proporre di abbandonare, per esempio, il servizio della raccolta differenziata e avremmo un immediato risparmio del 30 per cento circa. Oppure dicano le opposizioni aumentiamo le tariffe e noi valuteremo se la proposta è ricevibile oppure no.
Di contro se si vuole mantenere l’imprescindibile funzione sociale – immaginiamo cara a tutte le opposizioni – chi paga? Diceva il cavaliere Borghi della Ignis “cosa custa, chi paga?” Ebbene, chi paga i costi della produzione dei servizi? Invece di proporre sterili ricapitalizzazioni si abbia il coraggio di proporre alle Amministrazioni comunali di pagare e ripianare. Visto che tra l’altro Amsc continua a dover svolgere la funzione di banca per i comuni che devono circa 6 milioni di euro. E abbiano le opposizioni il coraggio di dire che Amsc debba abdicare alla funzione sociale ed immediatamente esigere il credito dalle famiglie utenti di circa 4 milioni di euro.
Ma la verità è che Amsc deve, per noi, continuare a svolgere la propria missione, deve continuare a dare lavoro a circa 300 famiglie, posizionandosi come una primaria azienda in città, deve continuare a creare nuovi posti di lavoro con i suoi progetti, significativi allo scopo, come il progetto in Sardegna.
Vogliono, forse, le opposizioni che Amsc non debba proseguire nella politica di investimenti ed aggregazioni?
Perché dobbiamo dire che Amsc per prima in Provincia di Varese ha creduto nelle aggregazioni con l’operazione Prealpi Gas con Busto Arsizio ed Amsc ha il 37,63 per cento di Prealpi Servizi contro il 12,47 di Busto e Varese perché Amsc ha creduto per prima nelle aggregazioni e ha messo liquidità.
La verità è che Amsc ha un management fortemente espressione della società civile che sta proseguendo e deve proseguire nella politica degli investimenti e delle aggregazioni per l’acqua in Prealpi Servizi, per il gas in Prealpi Gas e per i rifiuti si dovrà ragionare con Accam.
Ci rivolgiamo ai consiglieri comunali delle opposizioni, e diciamo loro che siamo aperti alla condivisione della governance ma il segnale che deve arrivare dalle opposizioni, ce lo aspettiamo da quelle più responsabili, deve essere chiaro nel senso della disponibilità alla assunzione delle responsabilità, della rinuncia alla sterile polemica ed alla critica strumentale e della garanzia di affidabilità nei confronti della Città. E ci rivolgiamo all’“azionista”, al signor Sindaco, diciamo che dovrà certo valutare l’operato dell’attuale management ma anche, quale fatto nuovo, la rinuncia, per motivi unicamente riconducibili alla sfera personale, alla Direzione generale del candidato scelto coralmente dalla Assemblea dei soci: una scelta quella che ci rammarica perché noi crediamo che la società non possa fare a meno del lavoro quotidiano di quel grande manager le cui capacità e la cui esperienza sul campo sono state riconosciute da tutti gli azionisti proponenti la nomina, da tutti gli Enti locali partecipanti l’Amsc, di tutti i colori politici.
Questo perché noi siamo stati eletti per governare, non accettiamo lezioni da chi fa la politica dello struzzo, diciamo di si al piano industriale del gruppo Amsc e della Impianti e Servizi sviscerato lungamente nella conferenza fiume dei capigruppo di qualche settimana fa, confermiamo la fiducia al signor Sindaco che saprà scegliere per il bene del gruppo Amsc e segnatamente per il bene della Impianti e Servizi – che necessita del Direttore generale, magari proprio di “quel Direttore generale” – , ma soprattutto, come fa da otto anni con il nostro inattaccabile sostegno, per il bene dei cittadini gallaratesi e confermiamo anche la fiducia al management Amsc ed al Presidente che passerà alla storia per aver fatto crescere l’Azienda ed averla messa in condizione di raggiungere una indubbia posizione di prestigio in Provincia.
Da ultimo quanto all’aspetto legato alla presenza del Direttore generale in Impianti e Servizi, ed agli immotivati ed incomprensibili sussulti di questi giorni, ci sia consentito di leggere il passaggio finale di un articolo di alcune ore fa sul Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo afferente la Sea, società pubblica come Amsc, ed il suo neo Direttore generale, persona che conosciamo, già Presidente ed Amministratore delegato della predetta società pubblica, manager che stimiamo per l’alta professionalità e capacità nel condurre Sea a livelli di primato: lettura quale elemento chiarificatore che la nomina di un Direttore generale in una società pubblica sia una contemplata soluzione organizzativa per l’efficientamento del funzionamento della società medesima. Ebbene: recito testualmente.. “..dopo il ritorno alla Sea.. l’attuale Direttore generale già Presidente e Amministratore delegato è stato nominato in sua assenza dal Consiglio di amministrazione Direttore generale ..con il risultato di incrementare anche il suo possibile stipendio da 560 mila a 650 mila euro. Non senza polemiche. Durante l’Assemblea.. dei soci ..che ha certificato un utile 2008.. ..praticamente azzerato, passato da 34 a 1,8 milioni, un piccolo azionista.. (…) ..ha chiesto conto di quel fatto, sentendosi rispondere che “si tratta di una soluzione organizzativa che risulta adottata da altri grandi aeroporti, come Aéroports de Paris, e, nell’ordinamento italiano, da altre grandi società per azioni con capitale pubblico”. E.. il neo Direttore generale di Sea ..ha citato il caso dell’Anas, dove “il Presidente è diventato Direttore generale.” E la faccenda si è chiusa lì.
Noi crediamo che “si debba chiudere qui” anche la “faccenda del gruppo Amsc e segnatamente della Impianti e Servizi”.
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