Giovanni Battista, vita da fantasma in carne ed ossa
In molti sapevano della sua esistenza, ma pochi se ne preoccupavano: il cadavere rimasto per mesi nella casa-magazzino di fianco alla ferrovia

Tanti “forse” si nascondono dietro la vita di quest’uomo, trovato inscheletrito tra gli stracci. I suoi “vicini” di casa – dirimpettai di qualche decina di metri – non sanno nulla di lui.

Ma che esisteva sì, lo sapevano. Nella via Molino di Mezzo qualcuno dice che lo vedeva andare in treno a Varese e fare ritorno. Ma per andare dove, nessuno lo dice, nessuno lo sa con esattezza, fino al ritrovamento di questa mattina.
Si tratta di un immobile di proprietà Rfi (ferrovie) usato fino ad una ventina d’anni fa dai ferrovieri come dormitorio, c’era addirittura una mensa, una sala ricreativa, dei bagni. Un uso analogo a quello fatto da Pedeferri, che però occupava solo una piccola parte dell’immobile. Nella casetta è pieno di stracci, di vestiti, di carte. Più di una volta quegli edifici sono stati chiusi coi lucchetti, alcuni murati; qualche volta le catene sono saltate e chi ha voluto è entrato. Sta di fatto che Pedeferri ha condotto in questi mesi una vita nascosta, tra gli ultimi, e che solo oggi, dopo la sua morte, viene alla luce.
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