Giovanni Battista, vita da fantasma in carne ed ossa

In molti sapevano della sua esistenza, ma pochi se ne preoccupavano: il cadavere rimasto per mesi nella casa-magazzino di fianco alla ferrovia

Una casa senza porta e senza finestre. Un colore giallo che ricorda le tempere di una volta. L’erba alta, la ferrovia. Se si guarda solo di sfuggita il casello ferroviario fatiscente dove è stato trovato il corpo senza vita di Giovanni Battista Pedeferri, da mesi lasciato ai topi e alle intemperie, al caldo e all’umido delle piogge delle settimane scorse, viene un senso di tristezza difficile da descrivere. Questo uomo, morto e rimasto sul pavimento per mesi, aveva 85 anni. Si può morire così, in solitudine, a quell’età? Forse, dicono in un esercizio pubblico vicino al luogo del ritrovamento, voleva fare questa vita. Forse girava da un posto all’altro, dove capitava. Proprio come quando mesi fa venne visto entrare ed uscire da un casotto usato nei pressi dell’imbarcadero, che direttamente dà sul lago.
Tanti “forse” si nascondono dietro la vita di quest’uomo, trovato inscheletrito tra gli stracci. I suoi “vicini” di casa – dirimpettai di qualche decina di metri – non sanno nulla di lui.
Ma che esisteva sì, lo sapevano. Nella via Molino di Mezzo qualcuno dice che lo vedeva andare in treno a Varese e fare ritorno. Ma per andare dove, nessuno lo dice, nessuno lo sa con esattezza, fino al ritrovamento di questa mattina.
Si tratta di un immobile di proprietà Rfi (ferrovie) usato fino ad una ventina d’anni fa dai ferrovieri come dormitorio, c’era addirittura una mensa, una sala ricreativa, dei bagni. Un uso analogo a quello fatto da Pedeferri, che però occupava solo una piccola parte dell’immobile. Nella casetta è pieno di stracci, di vestiti, di carte. Più di una volta quegli edifici sono stati chiusi coi lucchetti, alcuni murati; qualche volta le catene sono saltate e chi ha voluto è entrato. Sta di fatto che Pedeferri ha condotto in questi mesi una vita nascosta, tra gli ultimi, e che solo oggi, dopo la sua morte, viene alla luce.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Agosto 2009
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