“Abbiamo il legno nel sangue e la testa di legno”
La storia della Novello S.r.l. è cominciata da una segheria del 1955. Col tempo la produzione si è evoluta e grazie ad un'intensa attività di ricerca sta dando alla luce un grande progetto per un nuovo modello di sviluppo
«Abbiamo il legno nel sangue e la testa di legno». Questa frase di Moreno Novello, amministratore della Novello S.r.l. e vicepresidente del settore legno dell’Unione degli industriali di Varese (nella foto a destra), racconta meglio di mille parole e riflessioni la passione e la determinazione di chi crede nel proprio lavoro.
Cinquanta dipendenti, una vita in mezzo al legno e un grande sogno diventato progetto e ora cantiere. È la storia di una famiglia che, dall’angusto ambiente di una segheria degli anni ’50, ha saputo trarre i principi per arrivare a quella che è a tutti gli effetti una filosofia di vita oltre che di impresa.
Da quel 1955, anno di nascita dell’azienda è passato mezzo secolo fatto di evoluzioni e cambiamenti che non hanno però modificato di una virgola quei principi di eredità paterna fatta di passione per il lavoro, culto per l’innovazione, tutela dell’ambiente e valorizzazione del territorio.
Il comparto industriale nel frattempo ha fatto passi da gigante e anche la vita della famiglia Novello e il business di quella piccola segheria si è evoluto con lui passando alla produzione di imballaggi in legno per i prodotti industriali e avviando un programma di logistica per la gestione diretta dei trasporti.
Un comparto legato all’andamento del settore manifatturiero e industriale che fino ad oggi ha permesso la crescita continua sino a raggiungere i 50 dipendenti. A rendere possibile questi passaggi è stata una clientela molto differenziata, e concentrata nel territorio, e la garanzia di commesse da aziende del calibro di Agusta Westland, Mv Agusta e Ficep.
Tutto questo sempre con al centro il legno: la voglia, quasi l’aspirazione, di dare a questa materia un valore aggiunto sempre più alto. Ciò li ha portati ad affiancare al processo di produzione un parellelo lavoro di ricerca “scientifico-culturale” «perché il legno è una materia rinnovabile» e di conseguenza rappresenta un basamento solido su cui poggiare uno sviluppo che sia veramente sostenibile.
«Noi abbiamo sempre lavorato con il legno – racconta Novello – e sappiamo che è una materia viva, si muove. Questo ti educa e porta alla consapevolezza che non ne possiamo abusare. Il legno non va utilizzato più di quanto la foresta è in grado di darci. Sembra un principio banale, ma si tratta di trovare il punto di equilibrio tra la vita e la morte qualora si proceda verso un mondo desertificato, depauperato dalle sue risorse a causa di un modello di sviluppo snaturato».
Ecco, in tutto questo consiste la convinzione di questi imprenditori. E quando una convinzione granitica entra in una “testa di legno” diventa difficile poi farla uscire. L’evoluzione dell’azienda è andata avanti ed è letteralmente esplosa quando la ricerca, la produzione e la voglia di innovare si sono incontrati con la necessità di crescere e trovare un nuovo spazio dove traslocare l’attività. Tutto questo si è concretizzato in un progetto di portata dirompente per la nostra provincia e in un possibile nuovo modello di business, in grado di legare l’esigenza di produrre, di fare profitto e di rispettare l’ambiente. Sta così nascendo un mastodontico capannone per la lavorazione del legno, a impatto zero sull’ambiente, altamente produttivo e completamente autosufficiente dal punto di vista energetico.
Ma a prescindere da ciò questa è una storia fatta di passione, impresa, sensibilità, coraggio, amore per il territorio e rispetto per ciò che ci sta intorno. Una storia che non ha ancora un lieto fine, che si barcamena tra mille impedimenti burocratici e umane ottusità. Una storia che per come si è svolta fino ad ora che ci offre motivo di orgoglio e sicuramente un motivo essere raccontata. E, infine, una storia che per essere tutto quello che è, forse, aveva proprio bisogno di persone con il legno nel sangue e la testa di legno.
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