Casapound mette uno striscione per MV Agusta
Lo striscione a difesa dell'azienda motociclistica varesina, appena abbandonata da Harley Davidson. E per lei l'associazione di destra propone anche una soluzione anni '70: l'intervento statale
Uno striscione a difesa dell’MV Agusta è apparso durante la notte tra il 19 e il 20 ottobre , fuori dai cancelli del quartier generale del gruppo MV in zona Schiranna, a firma CasaPound Varese.
Lo striscione ha come scritta “MV Agusta orgoglio da difendere” e si riferisce alla recente notizia che Harley Davidson, dopo poco più di un anno dall’acquisizione, sarebbe intenzionata a rimettere sul mercato lo storico marchio varesino: l’ennesima compravendita della società che, tra l’altro, riscontra per ora timidi segnali di interesse solo da parte dell’ex patron Castiglioni.
«MV Agusta è un marchio storico e glorioso, per il territorio ma anche per l’intera nazione – spiega l’associazione dando i motivi del gesto – negli ultimi anni però ha vissuto momenti altalenanti. Speculazioni e interessi finanziari prima che industriali hanno portato allo scorporo di MV e Husqvarna, ora l’ultima doccia fredda in ordine di tempo, da parte nostra ci chiediamo: quante altre volte l’azienda ed i lavoratori, che continuano a produrre capolavori di motoristica dovranno passare di mano in mano come una moneta da un euro?».
E per risolvere la situazione, Casapound propone una soluzione “anni ’70”: «Noi caldeggiamo l’intervento statale a protezione di MV Agusta. Un marchio competitivo e innovativo è un ottimo biglietto da visita – sostiengono dall’associazione – nonché un traino per il tanto decantato Made in Italy, per questo sarebbe importante che l’industria statale italiana si facesse coraggiosamente carico della gestione aziendale, magari proprio attraverso Finmeccanica (il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia), per vedere riuniti sotto lo stesso tetto dopo un secolo i due rami dell’Agusta originaria, ma soprattutto per mettere al riparo l’azienda ed i suoi dipendenti da speculatori. falchi della finanza e predatori di marchi».
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