Cecchin (Pdl): “L’annuncio della candidatura di Solanti è un ulteriore colpo di mano del sindaco”

Nota di Stefano Cecchin, membro del coordinamento cittadino Pdl di Samarate, circa la ricandidatura di Vittorio Solanti, le sue accuse e la prospettiva futura del Pdl

Nota di Stefano Cecchin, membro del coordinamento cittadino Pdl di Samarate, circa la ricandidatura di Vittorio Solanti, le sue accuse e la prospettiva futura del Pdl
 
Ho letto alcune dichiarazioni fatte ieri alla stampa dal sindaco pro tempore di Samarate.
Respingo al mittente le accuse di fanatismo, del tutto infondate, tanto piu’ considerata la persona da cui provengono.
 
Iniziamo col dire che non sono interessato a inciuci e consociativismi che forse Solanti cerca anche nelle mie fila.
 
L’attuale sindaco sarà infatti ricordato come il peggiore del dopoguerra, e questo a motivo di una radicale mancanza di cultura istituzionale, nonchè di quel rispetto non formale delle basilari regole della normale dialettica politica e di convivenza democratica che dovrebbero essere sempre salvaguardate all’interno delle istituzioni.
 
Arroganza e ideologia che gli derivano dalla sua mai abbandonata militanza comunista sono purtroppo state per la città un fardello pesante da sopportare in questi anni.
 
Con una battuta posso dire – come nella realtà veramente accade- che andiamo nella stessa pizzeria, ma che ognuno ci va in compagnia di persone diverse.
 
La candidatura di Solanti a cinque mesi e mezzo dalle elezioni, non concordata con i partiti e le liste che lo hanno fin qui sostenuto, è sintomatica della assoluta debolezza e inconsistenza della presenza e del radicamento politico e sociale dei partiti di centro sinistra e della loro classe dirigente, palesemente snobbata e trattata come viene trattata la servitu’.
I dirigenti locali dei movimenti politici che lo hanno puntellato per quattro anni e mezzo sono stati graziosamente avvisati della scelta.
Bene gli sta, visto la cecità e la pervicace volontà di chiudere gli occhi che li contraddistingue.
Un mese addietro avevo lanciato loro un appello sincero a voltare pagina e a farla finita con il passato: oggi pagano la loro voluta sordità.
 
L’annuncio della candidatura è un ulteriore colpo di mano del sindaco volto a costringere le segreterie politiche ad accodarsi alla sua scelta senza nemmeno avere la possibilità di verificare e contrattare punti programmatici e prorità del mandato amministrativo.
 
Ancora di più oggi il mio partito, il PDL, ha la necessità di avere quanto prima una segreteria forte la cui scelta non puo’ che avvenire tra le persone che in questi quattro annni e mezzo hanno realmente e seriamente lavorato nel fare opposizione concreta e non accomodante; percio’ non potremo accettare scelte calate dall’alto che non tengano conto di tale dato.
 
L’immobilismo o scelte che non terranno conto delle indicazioni che provengono e proverranno dalla base, scelte magari fatte con il bilancino per accontentare quella o quell’altra corrente e/o assessore regionale, porteranno all’abbandono del campo da parte di chi è in grado di sostenere la campagna elettorale e di vincere. 
 
Il PDL deve aggregare fin dal primo tutto tutte le forze politiche dell’area moderata e riforimista .
 
La politica non si fa con le eslusioni, ma con le inclusioni.
 
Un partito che ha un potenziale tra il 35% e il 40 % non puo’ ragionare come una piccola congrega; deve invece svolgere un ruolo da protagonista capace di aggregare i diversi alla luce di pochi ma significativi punti programmatici, in un orizzonte ideale che gia’ da adesso è condiviso da un ampio arco di forze (dall’UDC alla Lista Civica, alla Lega).
In altre parole bisogna abbandonare qualche personalismo presente e del tutto fuori luogo e tenere lontani gli interessi meschini.
 
Stefano Cecchin
Componente coordinamento cittadino PDL

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Ottobre 2009
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