Gli odontotecnici: “Vogliamo la tracciabilità anche delle dentiere”

Esiste un made in italy da preservare anche tra gli apparecchi odontotecnici: ad affermarlo con forza è il varesino Antonio Ziliotti, presidente della Federazione Nazionale Odontotecnici di Confartigianato

Tutela del Made in Italy anche e soprattutto nelle micro e piccole imprese che producono componenti in grado di interessare direttamente la salute del consumatore. E’ per questo che Antonio Ziliotti, presidente della Federazione Nazionale Odontotecnici Italiani di Confartigianato, chiede ancora una volta «un impegno costante e responsabile al Governo al fine di bloccare le importazioni – per altro illegali – di protesi al piombo da Cina e India». Insistendo su un principio che il sistema Confartigianato ritiene di assoluta importanza: «Pretendiamo la tracciabilità delle protesi in tutto e per tutto. La normativa comunitaria 93/42, infatti, prevede la totale tracciabilità dei dispositivi su misura, per la filiera produttiva, dai materiali impiegati ai produttori. Se la nostra classe politica accetta di poter giocare con la salute degli uomini, è bene che si interroghi su quanto realmente necessarie ed efficaci siano le sue azioni a livello nazionale ma anche europeo>.

Ziliotti non ammette mancanze ed entra a gamba tesa nel discorso: «L’Italia ha "arrangiato" la direttiva a suo piacimento, e così i nostri pazienti sono gli unici a non ottenere un’accurata certificazione di materiali e tecniche produttive adottate per realizzare le protesi. Dobbiamo renderci conto che sarà la qualità del vero Made in Italy a rendere competitive le nostre imprese in tutto il mondo. Solo così si potrà distinguere un professionista serio da un odontotecnico improvvisato e corruttibile. Il cliente deve sapere di chi potersi fidare».

Nel 2007 le dentiere indiane arrivarono sul mercato italiano, mentre nel 2008 fu la volta di quelle cinesi. Una nota degli odontotecnici di Confartigianato sottolinea che «Secondo il Centro consumatori e utenti non accenna a placarsi la corsa verso il basso dei prezzi al produttore, che vede alcuni odontoiatri italiani ed europei rivolgersi all’estero per acquistare protesi dentarie a basso prezzo. E se all’inizio il fenomeno riguardava grosse società, soprattutto francesi, che subappaltavano i lavori direttamente all’estero, oggi il fenomeno low-cost extraeuropeo sta dilagando». Con l’India si hanno risparmi fino al 50% e la certezza quasi assoluta che il cliente finale (ovvero il paziente a cui l’odontoiatra installa il prodotto "incriminato") non saprà nulla della sua provenienza.
Nelle "protesi al piombo" della Cina, caso che nel 2008 scosse il settore dentale francese, vennero rilevati tassi di piombo fino a undici volte superiori al limite stabilito dalla UE per i giocattoli.

Sino ad ora, non sono state pubblicate notizie riguardanti l’Italia, ma ciò non significa che non esista rischio. Insomma, ci si trova di fronte ad un vero e proprio pericolo che, sembra, il Governo non voglia affrontare con la debita serietà e con tutti gli strumenti sanzionatori e di controlli alle dogane tipici di quelle nazioni che, senza fare protezionismo, mantengono alto il grado di vigilanza per diffondere la legalità.

Per ottenere le certezze di cui ha bisogno il settore degli odontotecnici, secondo Ziliotti si dovrà compiere un primo passo: «Introdurre la tracciabilità delle protesi dentarie con la redazione di una dichiarazione ad hoc (contenente le informazioni sulle caratteristiche del prodotto e corredata dei dati del fabbricante che lo ha realizzato) e l’obbligo di consegnarla al paziente. Una buona prassi già regolata dalla direttiva comunitaria 93/42/CEE, ma disattesa dai professionisti odontoiatri che, puntualmente, non consegnano la dichiarazione ai pazienti». Ricordiamo, infatti, che tale obbligo non solo garantisce la qualità e la sicurezza del prodotto, ma assicura anche il cliente nei confronti di una protesi fatta a regola d’arte.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2009
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