Il Consiglio comunale di Magnago approva il “Piano casa”
Passa il vaglio del consiglio comunale la legge regioale "riveduta e corretta" per applicazione locale: del 10% soltanto lo sconto sugli oneri di urbanizzazione
La legge regionale n. 13 del 16/07/2009, relativa alle “Azioni straordinarie per lo sviluppo e la riqualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico in Lombardia” – quello che viene comunemente
definito “Piano casa” -, è stata al centro del dibattito della seduta del Consiglio comunale di Magnago che si è tenuta ieri sera, martedì 13 ottobre. Il Consiglio ha approvato alcuni provvedimenti relativi
all’applicazione della legge regionale sul territorio di Magnago e Bienate, così come la legge stessa consente.
La legge regionale è, in qualche modo, “figlia” dell’intesa quadro Stato-Regioni, che ha fatto seguito alla proposta, da parte del Governo, di un Piano casa per il rilancio dell’edilizia a livello nazionale. Da quell’intesa sono derivate finora, in un contesto che qualcuno ha definito “di autonomia immobiliare”, le leggi di dodici Regioni e di una Provincia autonoma.
La legge regionale lombarda, finalizzata alla volontà di rispondere alle esigenze abitative della popolazione, dà la possibilità ai Comuni di decidere alcuni aspetti relativi all’applicazione della legge
stessa. Legge che consente degli aumenti di cubatura, per edifici mono-bifamiliari costruiti entro il 31 marzo 2005, e il recupero di volumi inutilizzati ad uso residenziale, anche con aumento di cubatura, nel caso di sostituzione dell’edificio esistente con uno di nuova costruzione. Il tutto, però, solo a determinate condizioni e per determinati tipi di edifici.
La Giunta comunale di Magnago, per bocca del consigliere incaricato Giuseppe Pozzoni, ha dunque proposto alcuni provvedimenti tesi ad agevolare ulteriormente interventi di sviluppo e riqualificazione
degli edifici. In particolare la proposta, che è diventata delibera del Consiglio comunale con il voto favorevole di tutti i presenti, ad eccezione del consigliere di Rifondazione Comunista, Teresio Locati,
che si è astenuto, prevede:
1) una riduzione del 10% degli oneri per gli interventi che rientrano nell’ambito di applicazione della legge regionale, per incentivare gli interventi stessi;
2) di permettere l’applicazione dei parametri di ampliamento su tutto il territorio comunale;
3) di stabilire che in caso di ampliamento di edifici residenziali i proprietari degli edifici debbano reperire – o già avere in disponibilità – parcheggi di pertinenza degli edifici in questione nella proporzione di 1 metro quadro di parcheggio ogni 10 metri cubi di ampliamento;
4) nel caso di aumento di unità abitative, alla proporzione sopra riportata (1 mq ogni 10 mc) va aggiunto che per ogni unità immobiliare ci debbano essere almeno due posti auto.
Gli ultimi due punti sono evidentemente finalizzati a migliorare la vivibilità urbana, scoraggiando l’uso improprio di posti auto in superficie.
Il secondo argomento all’ordine del giorno del Consiglio comunale riguardava invece un aspetto del regolamento per le commissioni tecnico-consultive – escluse quindi quelle consiliari – del Comune (come ad esempio la commissione per il Diritto allo studio o quella per il Piano di governo del territorio).
La modifica proposta dalla Giunta, e approvata dal Consiglio comunale, con l’astensione dei consiglieri del PD Carla Picco e Andrea Scampini e il voto contrario del consigliere di Rifondazione, Teresio Locati, prevede che il presidente della commissione, quando non sia il Sindaco, non sia più scelto necessariamente tra i membri della commissione stessa, ma possa essere un delegato del Sindaco. Questo, è stato spiegato, per favorire il funzionamento delle commissioni.
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