“Raddoppiare le ore di cassa integrazione, o sarà un disastro”

La richiesta dei sindacati: il governo finanzi subito un nuovo pacchetto di ammortizzatori sociali. Varese al top delle cassa in Italia, grazie alla grande presenza di manifatturiero

Cgil Cisl Uil contro la crisiA novembre scadrà la cassa integrazione in molte aziende del Varesotto e i sindacati chiedono subito un prolungamento da 52 settimane biennali (molte delle quali già esaurite) fino a 104, un raddoppio secco che estenderebbe gli ammortizzatori sociali fino a tutto il 2010, evitando che centinaia di famiglie rimangano in mezzo a una strada. Si potrebbe anche aspettare che passi la crisi, ma la sensazione è che al crisi non ci metterà poco ad andare via, e seprattutto che bisogna sopravvivere fino a quando il sole tornerà nel cielo della manifattura lombarda. Mica semplice, se è vero che all’incontro convocato a Malpensa dai sindacati Cgil Cisl Uil per discutere una forte iniziativa e chiedere al parlamento di agire subito, si sono presentati solo tre esponenti istituzionali, i consiglieri regionali Stefano Tosi e Giuseppe Adamoli e il parlamentare Daniele Marantelli, tutti del Pd. Altri esponenti di schieramenti diversi hanno disertato, chi per impegni sopraggiunti, e chi invece – sostengono i sindacati – senza avvisare. “Siamo delusi” dice Carmela Tascone segretario provinciale della Cisl – ma andremo avanti a la cassa integrazione va prorogata ed estesa, va fatto subito». E giù dati. Tra cui spicca che il 25% delle richieste di cassa in Lombardia è nella nostra provincia; si tratta di quasi 40mila persone interessate, a settembre, su circa 268mila addetti, anche se altre cifre fornite dalla Uil a livello nazionale sono persino più pesanti. Per cassa ordinaria, straordinaria e in deroga, si stimano aumenti enormi, e anche il 47% di maggiori iscritti al centro per l’impego la dice lunga sulla situazione, con un 19% di stranieri che hanno perso il lavoro e che se non lo trovano entro sei masi saranno cacciati dall’Italia
Per Marco Molteni segretario provinciale della Uil, la situazione è imbarazzante, anche perchè «non riusciamo a mettere intorno a un tavolo tutti, lavoratori, associazioni di categoria e politici, c’è una sottovalutazione del problema, addirittura alcuni ci snobbano». Franco Stasi, segretario generale della Cgil di Varese esprime grande preoccupazione: «La cassa sta scadendo in quasi tutte le 1452 aziende monitorate, il governo la finanzi ancora, ma anche le aziende facciano la loro parte – spiega – non licenzino e ma usino strumenti alternativi, come i part time, i contratti di solidarietà, la riduzione di orario; la situazione pesa anche sui pensionati che si ritrovano a carico di figli espulsi dalle fabbriche».
I consiglieri e parlamentari presenti hanno assicurato attenzione, ma la denuncia sindacale è fortissima, è partito il conto alla rovescio e solo a Malpensa, dove è attiva ancora la cassa in deroga dell’accordo del 2007. A fine dicembre i soldi finiscono, in un comparto che ha già il 50% della mobilità registrata in Provincia di Varese negli ultimi nove mesi, e dove anche gli alberghi hanno messo la gente in cassa integrazione. Se non arriva altra cassa, un po’ dappertutto,  si chiude bottega.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2009
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