Stress da rapina: la nuova voce nel testo unico della sicurezza

La voce "stress" rientra nella nuova legge 106, quella nata dal testo unico sulla sicurezza. A parlarne, Monica Pedretti di Inail e Alessandro Castiglioni, presidente dell'organismo Paritetico della Sicurezza

Anche il ferimento da rapina è un caso estremo di invalidità lavorativa, e i recenti fatti di cronaca nascondono una situazione e dei problemi che stanno diventando sempre più usuali. Lo abbiamo scoperto in una conversazione a margine del convegno organizzato dal consiglio paritetico e da Inail nella sede Ascom di via Valle Venosta, a Varese.

«L’Inail si è già occupato molto di questo “effetto collaterale” degli incidenti gravi e delle rapine – spiega Monica Pedretti, responsabile del processo prevenzione Inail – Abbiamo già concesso diversi indennizzi per bancari, impiegati delle poste, cassiere di supermercato, di solito sono indennità di malattia per stress. E oggi anche la legge comincia ad occuparsene esplicitamente. Nel caso specifico però è molto probabile che non ci occuperemo mai di questo caso, perchè con tutta probabilità il farmacista on è tra i nostri assicurati».

Un problema che, per la prima volta la legge afferma esplicitamente. «Il nuovo decreto 81 introduce, seppur abbozzato, un concetto importante: il testo della legge parla infatti di “stress da lavoro” correlato, che la norma di solito associa a una fascia debole dei lavoratori come i giovani – spiega Alessandro Castiglioni, presidente dell’organismo Paritetico della Sicurezza – Il legislatore però ha cominciato a prendere in esame il fatto non solo l’infortunio in senso stretto, ma anche lo stress correlato: il fatto di lavorare in un esercizio pubblico, la presenza di una cassa, il rischio della rapina. Un concetto magari iniziale, che varrebbe la pena di approfondire, anche e soprattutto nel corso dei piani formativi e di sensibilizzazione».

La prevenzione, però, fino ad oggi voleva dire solo sorveglianza: «Fino ad adesso, però, è stata la tecnologia a darci una mano – conclude infatti Castiglioni – Le aziende abbiamo riversato fondi per adeguarsi tecnologicamente alla sicurezza, cioè mettere telecamere davanti al negozio e cose simili. Una cosa che fa da deterrente per il ladro e tranquillizza chi lavora. Tra gli imprenditori, i più colpiti sono tabaccai, distributori di benzina ed edicolanti, imprenditori che la gente sa che tiene contanti in cassa, specie in zone non frequentate».

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Pubblicato il 22 Ottobre 2009
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