Trionfi, caduta e rinascita: la leggenda Mv
Nata nel '45 grazie al conte Agusta, la marca varesina ha vinto ben 75 titoli iridati tra costruttori e piloti grazie a campioni come Agostini, Ubbiali ed Hailwood. Nel '92 risorse grazie ai Castiglioni e alla matita di Tamborini
Sembra davvero una leggenda senza pace quella della Mv Agusta. L’ennesimo passaggio di proprietà della casa varesina che ora ha sede alla Schiranna mette un po’ d’ansia ai tanti appassionati di una moto capace di dominare per anni il Motomondiale.
Sono 75 i titoli iridati conquistati dai bolidi rosso-argento tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta tra costruttori e piloti; vittorie arrivate nelle classi 125, 250, 350 e soprattutto 500. Nelle categorie maggiori le fortune della MV portano principalmente la firma di Giacomo Agostini (foto), a tutt’oggi il recordman di gran premi (123) e di mondiali vinti in carriera (15). Ma "Ago" non è l’unico pilota legato al mito della MV Agusta: Ubbiali, Surtees, Read e "Mike the Bike" Hailwood sono gli altri campionissimi saliti sul tetto del mondo grazie alla marca nata tra Cascina Costa e Verghera di Samarate nel 1945.
Il nome, come noto, deriva proprio dalla sede originale (Meccanica Verghera) unito a quello della casata nobile, gli Agusta, che ha scritto pagine fondamentali prima nell’aeronautica e poi nel motociclismo. La Mv Agusta terminò negli anni Settanta la prima parte della sua epopea con un fallimento seguito all’ingresso nel capitale dell’azienda pubblica Efim.
La rinascita fu ancora targata Varese grazie alla Cagiva dei fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni che nel ’92 rilevarono il marchio e iniziarono un rilancio in grande stile, affidato alla matita di un progettista geniale come Massimo Tamborini, il papà di F4 e Brutale, due modelli di grande successo nelle loro varie versioni. Con gli anni il nome Mv Agusta è andato a identificare tutto il gruppo della Schiranna, passato prima al solo Claudio Castiglioni (nella foto con una "Brutale") e poi all’azienda malese Proton dopo la trattativa fallita con il gruppo Piaggio. L’ultimo passaggio prima di oggi ha riguardato la Gevi spa e la successiva suddivisione tra l’Harley Davidson e la tedesca Bmw: agli americani è andata la Schiranna con Mv e Cagiva, mentre i bavaresi si sono stabiliti a Cassinetta con il marchio Husqvarna.
Ora l’Harley rimette sul tavolo le carte e lascia gli appassionati e i clienti con il fiato sospeso, in attesa del prossimo passo di un marchio da leggenda.
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