“Servono nuove politiche per la montagna”

E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Irealp presentata oggi in Consiglio regionale. “Puntare a forme di turismo estensive e non intensive, superare il divario tra territori ricchi e marginali"

Della montagna, del suo sviluppo e delle politiche per evitare lo spopolamento delle terre alte si è discusso oggi in Consiglio regionale durante la presentazione della ricerca condotta da Irealp, l’Istituto di ricerca per le aree alpine, su “I territori montani lombardi tra sviluppo socio-economico e rischio di marginalità”.

Il seminario, al quale hanno preso parte il Presidente del Consiglio regionale Giulio De Capitani , il vicepresidente Marco Cipriano , il presidente della Commissione Affari istituzionali Sante Zuffada , il Presidente di Irealp Fabrizio Ferrari e il responsabile della ricerca Carlo Caffi, ha richiamato l’attenzione di diversi sindaci e presidenti di provincia. Presenti anche l’assessore regionale alle Culture e Identità Massimo Zanello e il Sottosegretario alla Presidenza Roby Ronza , che ha letto un messaggio di “apprezzamento per l’iniziativa ” del Presidente Roberto Formigoni.

“ Occorre pensare a nuove politiche di sviluppo per i territori montani – ha detto il Presidente del Consiglio De Capitani – E c’è, soprattutto, l’esigenza di eliminare il crescente divario tra montagna “ricca” e montagna “marginale, a rischio di progressivo abbandono. E questo lo si può fare partendo dalla riorganizzazione della legislazione regionale”.

“ La ricerca – ha detto il Presidente di Irealp Fabrizio Ferrari – è nata dalla necessità a più di 40 anni dalla legge costitutiva delle Comunità montane di sottoporre il sistema della montagna lombarda a un’indagine per capire l’evoluzione socio-economica che si è avuta” .

Una mutazione, quella della montagna, lenta e costante. La montagna infatti si è lasciata alle spalle la connotazione della civiltà rurale che l’ha sempre caratterizzata è si è “trasformata”. La modifica non è stata però tutta positiva. Ha portato all’arretramento degli spazi destinati agli ecosistemi foraggeri e agrari, all’abbandono delle terre alte. Modalità di vita e redditività del lavoro – evidenzia la ricerca – non potevano reggere la concorrenza dei nuovi modelli. E così c’è stato lo spopolamento. Chi ha resistito è stata quella montagna i cui territori erano più adatti alle esigenze emergenti, sono stati in questo modo omologati dal processo di globalizzazione e dunque al fenomeno del turismo di massa.

“ Adesso – ha detto ancora Ferrari – è arrivato il momento di ragionare su nuove politiche. Devono essere riconosciute le varie montagne lombarde, che sono tante quante le loro specificità. Il modello che ha creato due universi, uno ricco e turistico, l’altro senilizzato e spopolato, va superato”.

Carlo Caffi, che ha curato la ricerca, è chiaro : “Va studiato un approccio legislativo diverso. Le politiche dovranno puntare non più alle sole forme di turismo intensive ma estensive. Vanno attuate piccole ma significative azioni che siano in grado di ottenere risultati, dal mantenimento delle popolazioni alla salvaguardia delle tradizioni agro-silvo-pastorale, fino alla riscoperta delle funzioni del bosco. Un mix che per le nostre valli vuole dire anche turismo culturale e ambientale, dunque tipicità da valorizzare e promuovere”.

“Anche noi – ha detto il vicepresidente Marco Cipriano nel trarre le conclusioni del seminario – siamo convinti che la montagna non è un problema ma una risorsa. La ricerca quindi è uno strumento che sicuramente sarà utile in futuro per trarre indicazioni importanti nell’azione legislativa”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Dicembre 2009
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