De Pol: “Milano-Varese? La gioco ancora, tutti i giorni”
Il doppio ex ora è nello staff di Verona. «Il mio capoallenatore è Pippo Faina, milanese doc: io gli faccio da contraltare pro Cimberio». E ricorda: «Indimenticabile quel canestro di LaRue nei playoff»
Ha vinto uno scudetto storico con la maglia di Milano, si è ripetuto a distanza di tre anni con quella di Varese. Sandrino De Pol è stato uno degli ultimi giocatori passato direttamente tra le due maggiori società lombarde (una strada che vanta illustri predecessori, da Vittori a Iellini a Dino Meneghin) ed è quindi coinvolto doppiamente nella partita di domenica 31 quando al Forum saranno di fronte Armani Jeans e Cimberio. Oggi l’ala triestina è coinvolto in una nuova avventura, quella di allenatore, in quel di Verona ma nel folto gruppo di chi attende con trepidazione la partitissima di Assago c’è anche lui.
De Pol, sarà al Forum domenica? O preferisce godersi lo spettacolo in televisione?
«Né l’una né l’altra, ma il dispiacere di non poterla vedere in diretta è alleviato dal fatto che sarò a fare una cosa che mi piace molto. Siederò in panchina con la mia squadra under 15 a Padova, visto che facciamo il campionato di eccellenza, e la mia partita inizierà alle 11, quindi niente derby. Ma conto di ricevere informazioni da Assago non appena suonerà la sirena finale».
Domanda d’obbligo: per chi farà il tifo?
«Indubbiamente per Varese, ci mancherebbe altro. La città e la società di Milano sono comunque una tappa importante della mia vita, che mi tengo nel cuore, ma Varese vale ancora di più. E poi tutt’oggi parteggio per Varese sul posto di lavoro».
In che senso?
«A Verona sono il vice di Pippo Faina, che a Milano ha allenato per tanti anni, sia da assistente sia da capo coach. Lui mi tiene aggiornato sull’Armani, io gli parlo della Cimberio: domenica sarà un derby anche sulla panchina della Tezenis».
Ha sentito qualche suo vecchio amico in questi giorni?
«Sì, ma per adesso non abbiamo affrontato l’argomento derby. Piuttosto con Galanda, con cui ho parlato pochi giorni fa al telefono, abbiamo discusso sulla bella vittoria della Cimberio contro la Scavolini, un passo avanti importante. Poi mi sono sentito con il Menego ma, come solito, gli argomenti sono stati i più disparati».
Un ricordo di un derby giocato con la maglia di Milano.
«A Varese, l’anno dopo lo scudetto vinto con la Stefanel: corro in contropiede, sono in netto anticipo su Meneghin e vado a schiacciare. Il Menego salta, commette un fallo evidente, gli arbitri non fischiano: mi arrabbio un casino e vengo espulso per la prima e unica volta in vent’anni di carriera. Si vede che ad Andrea bruciava ancora una foto, pubblicata sullo yearbook dell’Olimpia quell’anno, in cui io gli stavo schiacciando in testa».
E un ricordo da varesino contro l’Olimpia.
«Tanti, soprattutto negli anni d’oro con Poz, Menego e compagnia bella. Però fu bellissimo anche quello nei playoff, gara 3, quando vincemmo con il famoso tiro di LaRue sulla sirena in un PalaLido pieno zeppo di tifosi».
Dal campo alla panchina: come si trova nel nuovo ruolo?
«È un’esperienza fantastica, in cui ogni giorno imparo qualcosa che metto volentieri nel mio bagaglio tecnico e umano. Vale con lo staff e i giocatori della prima squadra, ma anche per i ragazzini dell’under 15 con cui sono coinvolto tantissimo. Poi l’ambiente di Verona è molto bello e l’ha dimostrato nella recente vittoria contro la Fortitudo: palazzetto con 3.500 spettatori, tante famiglie, tanta voglia di riportare la città nel basket di alto livello».
A proposito di under 15, non è in programma la sfida alla Whirlpool?
«Per ora no, perché siamo in due gironi diversi. Però, visto che sulla panchina di Varese c’è un certo Meneghin, sempre lui, ci siamo già sentiti per organizzare un’amichevole. Sarebbe bello giocarla prima di una partita della Cimberio: che ne dite? Mi sembra una bella idea».
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