Docce fredde al PalAriosto: “Ridateci l’acqua calda”
Da fine settembre l'impianto funziona male, per molti sportivi del basket la doccia è gelata. E anche il pattinaggio su rotelle è rimasto al freddo
Al Palariosto manca l’acqua calda ormai da mesi, e la protesta sbarca su Facebook.
È da fine settembre che si va avanti così, lamentano i fondatori della pagina web dedicata al problema, il cui scopo è riportare il "simbolo primario di civiltà" dell’acqua corrente a temperatura adeguata per l’uso in un impianto sportivo. In realtà l’acqua calda ci sarebbe, ma l’impianto funziona male, in modo intermittente. Risultato: per molti, la maggioranza, doccia fredda. La speranza era naturalmente che "dopo mesi di alacre lavoro", come notano con sarcasmo i firmatari, "le forze del bene riescano nell’impresa di recuperare un idraulico in grado riportare la situazione alla normalità". Si voleva l’acqua calda come regalo di Natale, ma bisognerà aspettare: si spera torni prima dell’uovo di Pasqua, e possibilmente prima che sia il Tarlisu, dal palco del Carnevale, a ricordare al Comune il da farsi.
A lamentarsi sono soprattutto le società di pallacanestro. La struttura di via Ariosto, di proprietà comunale, non è ancora fra quelle passate alla gestione da Agesp servizi. Si attende da mesi l’avvio di lavori per il rifacimento degli spogliatoi per il pattinaggio, mentre sono state rifatte la palestra interna e la palazzina principale, dove ha trovato sede l’Assb che rappresenta le società sportive cittadine. Lo ricorda il consigliere comunale Enrico Salomi, ex presidente dell’Accademia Busese Pattinaggio, aggiungendo: «Ho presentato un’interrogazione a risposta sul riscaldamento del PalaCastiglioni (l’adiacente pista di pattinaggio ndr), al momento inesistente, la vigilia di Natale si è rotta la caldaia».
«Abbiamo già detto in comune un bel po’ di volte al Comune e ad Agesp di intervenire, è evidente che qualcosa si è rotto» racconta Luigi Maini, dirigente della Cestistica Borsanese. «Cosa dobbiamo fare ancora, sospendere il pagamento della palestra? Sembra il solito atteggiamento che se qualcosa è pubblico, chissenefrega».
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