Monti: tra i monelli, da una vita

Angelo Monti guida con mano ferma i Monelli della Motta, e per il falò dice: "Varesini, servono i vostri alberi di natale"

A destra, Angelo MOnti

Angelo Monti, varesino doc è una vera
 istituzione di Varese: è stato infatti anche presidente della Camera di Commercio e sindaco della città. E’ da alcuni anni anche Commendatore delle Repubblica. Ma, soprattutto,  è da sempre il presidente dei Monelli della Motta, l’associazione che storicamente organizza il falò di Sant’Antonio. 

Presidente, cominciamo da zero. Quanti anni avete?

Il documento più antico in nostro possesso è l’atto di costituzione della Confraternita di Sant’Antonio, del 1510. Per cui quest’anno compiamo mezzo millennio. Non male, eh?
Cinquecento anni passati a bruciare legna?
Non lo sappiamo con esattezza. Se da un lato la tradizione del falò e del fuoco a gennaio è molto radicata nelle nostre zone (basti pensare alla Gioebia), non esistono vere e proprie testimonianze sul falò fino alla fine del 1800. Era più che altro un affare di contrada, malvisto dall’autorità. Si faceva un fuocherello con la legna che si trovava, spesso rubata. I monelli, più che per le loro abilità di fuochisti, dovevano essere veloci di gambe. Negli anni ’30 un monello rubò una carriola di legno, e riuscì a buttarla nel fuoco sfuggendo all’inseguimento del proprietario. Negli anni ’50 quattro monelli portarono via la porta della latrina di un’osteria, venendo purtroppo riconosciuti dalla proprietaria. Riuscirono a bruciare la porta, 
e vennero poi trovati e portati dai carabinieri. Scena muta, e furono rilasciati con un calcio nel sedere. Poi, dagli anni 60, la nostra attività si è regolarizzata, ed oggi ci occupiamo del falò, dello stand gastronomico, della benedizione degli animali e del lancio dei palloncini.
Andiamo con ordine: con cosa si comincia?
Venerdì 15, alle 21, presso la chiesa di Sant’Antonio, Marco Rossi, organista, e Vera Milani, soprano, saranno gli artisti di un concerto di musica barocca, articolata fra la Lombardia, con composizioni di Grancini, Fioroni e Monteverdi, Venezia, con le Stravaganze ed il Gloria di Vivaldi, e Como, con musiche di Rusca e di autori anonimi, tratte dall’Archivio Capitolare del Duomo di Como.
Da sabato mattina invece cominciamo a costruire la catasta. E a questo proposito devo rivolgere un appello ai varesini da parte di Andrea, il nostro maestro fuochista: se avete un albero di natale che è morto durante queste feste, portatecelo sabato mattina! Sarà un ottimo puntale da mettere in cima alla pira. Alle 18 ci sarà la messa con la benedizione delle candele. L’accensione è prevista alle ore 21, ma sarà preceduta da una staffetta di tedofori sui rollerblade, che porterà la fiamma da piazza della Repubblica fino in piazza Monte Grappa. Da lì partirà la processione con la statua di sant’Antonio.
Domenica, invece?
Domenica è il giorno della festa del Santo, per cui la chiesa sarà il fulcro di tutta la sagra. Messa alle 10.30 con il Cardinale Attilio Nicora, e alle 11.30 benedizione degli animali  – e sono tutti invitati –  e lancio dei palloncini.
Questa invece è una tradizione abbastanza recente, giusto?
E’ una tradizione inaugurata più di quindici anni orsono, che vede i bambini in prima linea nello scrivere su piccoli biglietti appesi ai palloncini i loro messaggi di pace, fratellanza e speranza per l’anno nuovo. Saranno circa mille i palloncini che verrano lanciati nell’edizione 2010.
Negli anni passati alcuni di questi palloncini, spinti da venti propizi, hanno viaggiato per centinaia di chilometri, superando muri e frontiere. Ne sono stati ritrovati a Strasburgo, nel Baden-Württemberg e in Yugoslavia. La maggior parte vola verso le valli bergamasche e bresciane, il Ticino e le valli di Sondrio.
Sono in molti, una volta ritrovato il piccolo biglietto, a scrivere in risposta, da pastori sull’alpeggio con le loro pecore a interi oratori in gita in montagna, a nonni e nipoti.
L’iniziativa, che gli scorsi anni ha riscosso notevole successo, è aperta a tutti i varesini, che potranno ritirare il palloncino presso l’oratorio di San Vittore, in via San Francesco, dalle ore 11.
Per quanto riguarda gli animali, invece, mi piace ricordare come, qualche anno fa,  il Prevosto tenne "a battesimo" una tigre, nata tre giorni prima nel circo che in quel momento sostava a Varese. E quasi ogni anno agricoltori ed allevatori portano il loro bestiame. Sant’Antonio è considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo. La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio. I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella.
Torniamo per un momento al falò. Mi pare di ricordare che il sindaco Ossola fosse un esperto di "interpretazione" delle fiamme…
Diciamo che credeva che una fiamma alta, forte e viva fosse di buon auspicio per un anno altrettanto fecondo. Il problema è che, da quando questa "credenza" è in voga, è dovere morale di noi monelli fare di tutto per far partire il fuoco nel modo più scenografico possibile! E’ una responsabilità che da un paio d’anni a questa parte è affidata ad Andrea Bonizzi, un giovane monello ingegnere, che ha rilevato il testimone da suo padre. E’ l’architetto di tutta la catasta.
Mi pare che siano molti i giovani monelli impegnati.
Infatti. Stiamo attuando una sorta di ricambio fra le generazioni. Siamo fortunati, tutti i nostri ragazzi sono ottimi lavoratori! Luca, Thomas, Armando, Alfredo, Michele e Francesco sono ottimi costruttori. Carlo Bosoni si è sobbarcato l’intera questione della replica della statua di sant’Antonio, trovando lo scultore, progettando la portantina e coordinando tutta la processione. Le ragazze, Ilaria, Eride, Annalisa, Cristina, Giulia e Greta si stanno facendo le ossa sotto la direzione di Roberto, Valter e Alessandro al reparto gastronomico. Ci stiamo muovendo anche nell’ambito della comunicazione online, tra la pubblicità dell’evento su Facebook e la trasmissione via webcam proprio su Varesenews. Il falò di quest’anno però, vogliamo dedicarlo innanzitutto al ricordo di Luca Vilardi il ragazzo morto tragicamente a luglio nello schianto in A8, che quest’anno non sarà con noi a costruirlo, ma se lo godrà sicuramente da dove è ora.
 
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Gennaio 2010
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