La Lega: “I soldi dei frontalieri rischiano di finire nel ponte sullo stretto”
Fabio Rizzi spiega le ragioni dell'emendamento proposto dalla Lega al Senato: «Le risorse accantonate sono troppe, usiamole sul territorio»
«380 milioni di euro è il valore del fondo per la disoccupazione dei lavoratori frontalieri. Una cifra enorme, non vorrei che venisse decurtata per finanziare altro, come il ponte sullo Stretto di Messina. Sarebbe assurdo». Per gli ammortizzatori dei frontalieri, spiega il senatore della Lega Nord Fabio Rizzi ogni anno si usano in media 9 milioni di euro, molto meno di quanto è stato accantonato. Un emendamento, che sarà discusso oggi in Senato, propone quindi di utilizzare parte di quelle risorse per altri scopi sempre legati al territorio e ai lavoratori. Una soluzione che non trova però d’accordo i sindacati che già lo scorso anno si opposero ad essa riuscendo a bloccarla.
«Tutti gli anni – prosegue Rizzi – la Lega apre una discussione su questo tema. Dobbiamo innanzi tutto essere coscienti del rischio che corriamo. Se il ministero dell’economia si accorge della sproporzione tra il fondo accantonato e quello utilizzato può decidere di utilizzare quei soldi in altro modo, che nulla può aver a che fare con i lavoratori frontalieri. Perchè invece non destinare una parte di essi ad altri scopi comunque a favore del frontalierato come la formazione, la cultura o i servizi? Questa è in sintesi la ragione dell’emendamento che proponiamo».
Il fondo ( "risorse iscritte nella gestione con contabilità separata dell’lNPS di cui alla legge 5 giugno 1997, n. 147") è stato creato nel 1997 con durata decennale ma nessun intervento legislativo lo ha più rinnovato. «La sua creazione – ha concluso il senatore – è stata voluta da Giancarlo Giorgetti per venire incontro alle esigenze dei lavoratori italiani in Svizzera. Questi ultimi non avevano infatti alcun paracadute in caso di crisi. Per questo è stato creato. E nell’emendamento chiediamo inoltre di rinnovarlo»
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