Nuova stazione, i pendolari organizzano la protesta su facebook
La nuova stazione continua a generare polemiche tra gli utenti che si stanno organizzando per mettere in atto iniziative di protesta
La protesta dei pendolari della nuova stazione di Castellanza si sposta su Facebook. Sono già oltre 200 gli appartenenti al gruppo ". Vergogna: Nuova stazione di Castellanza". Sulla pagina del popolare social network vengono postate le lamentele più disparate e le iniziative di lotta che i pendolari stanno cercando di organizzare per segnalare a Ferrovienord il loro disagio. «Questa è gente che si nutre di immagine – scrive Matteo Raganati – Mostriamo la loro immagine reale a tutti. Tempestate di mail di protesta più canali d’informazione possibile», oppure c’è l’idea di Dario Cortenova che senza mezze misure annuncia la sua idea «boicottiamo la fantomatica fermata di Castellanza prendendo il treno a Busto o a Legnano».
I pendolari sono furiosi per i cambiamenti di orario subiti dal Malpensa Express, per l’eliminazione delle fermate a Busto, per la qualità del servizio navetta tra vecchia e nuova stazione, per la mancanza di parcheggi degni di tale nome, per la mancanza di sicurezza e dei servizi minimi per chi è disabile o porta un passeggino. Paolo Tognon chiede a tutti di andare a vedere qual’era il progetto roginario, ricordato ieri dall’ex-sindaco Frigoli: « Andate nel sito della città di Castellanza e nel testo da cercare mettete "stazione". Vi usciranno 47 documenti: leggete il primo che viene fuori "FNM – atto integrativo 2001". C’è scritto oro e ci hanno dato letame». Il riferimento è al progetto originario che puntava a trasformare la linea ad una vera e propria metropolitana leggera che avrebbe dovuto servire Busto e Castellanza mentre la stazione di interscambio avrebbe dato la possibilità ai passeggeri della zona di andare praticamente ovunque. Nel progetto orginario era prevista anche un treno navetta che dalla vecchia stazione avrebbe dovuto portare alla nuova, senza mantenere alcun passaggio a livello ma semplicemente mantenendo l’ultimo tratto di linea che, invece, sarebbe stata smantellata.
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