Quando Carnevale fa rima con consiglio comunale
Una seduta "anomala" solo per i primi cinque minuti quella che ha visto quasi tutta la maggioranza, sindaco in testa, presentarsi con i costumi più improbabili, ma "consoni al periodo". Fredda l'opposizione, "in borghese"
Storni da fondi di riserva letti da cowboy, regolamenti di giornalini comunali sviscerati da distinti gentiluomini fin de siècle con tanto di baffoni a manubrio, sorridenti coccinelle e sobri ordini del giorno. La serietà delle questioni amministrative e la goliardia dei costumi carnevaleschi, in un singolarissimo contrasto che per una sera ha popolato il consiglio comunale di Gazzada Schianno di fotografi. Qui di norma si parla di bilanci e di nomine, al più di Pedemontana e dintorni: venerdì sera, brevemente, si è parlato dell’opportunità di apparire mascherati, come il sindaco Cristina Bertuletti aveva raccomandato e puntualmente ha fatto. Per lei una mise da distinta signora di epoca, a occhio, napoleonica; altri consiglieri-assessori di una maggioranza quasi tutta in costume costituivano un singolare circo di pittori con tavolozza d’ordinanza, coccinelle destinate a sicuro successo d’immagine, maghi, mandriani del West eccetera. Per tacere di ancor più improbabili travestimenti. E fra il pubblico, benchè preconizzassimo cittadini vestiti da Pantalone per la serie "E io pago", i costumi visti andavano da Davy Crockett alla squaw pellirosse.
Fredde le minoranze, con i cinque consiglieri giunti testardamente "in borghese" all’appuntamento. Se il sindaco con la sua mise da sofisticata milady d’altri tempi distingueva una sdrammatizzazione esteriore da altre circostanze in cui anni fa, ricordava, in giacca e cravatta ci si diede del "caprone" e ci si gridò "ti prendo a calci nel c…", contrastandolo con il rispetto e la civiltà di un confronto anche in costume, altra era la visione di chi sta all’opposizione. Rosalia Brandi annunciava che non amando travestirsi, e costumi o no considerando sopra tutto la buona amministrazione, si sarebbe astenuta dai dibattiti, partecipando solo ai voti. "Mai visto in tanti anni una cosa del genere" commentava il contrarissimo Luciano Gravelone, "esiste il rispetto per le sedi istituzionali. Il Carnevale si può sentire e festeggiare, ma qui è fuori luogo. Il folclore voi della maggioranza (Lega Nord ndr) l’avete nel sangue come gruppo, ma qui siamo fuori misura". "Non voglio essere elencato fra i colleghi mascherati" chioserà Pier Angelo Brusa, a memento dei posteri.
Poi sarà tempo di regolamenti, di prevedibili schermaglie, di Ato, di comitati di redazione, di cifre e partite di bilancio, di interrogazioni.
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