Sicurezza e consapevolezza, gli imperativi del lavoratore

Cinquecento studenti hanno assistito al convegno organizzato da Inail e Anmil per ricordare l'importanza della cultura della prevenzione. Toccanti le testimonianze

Il caschetto, indispensabile in tema di sicurezzaCinquecento studenti di terza media a scuola di sicurezza e prevenzione.
Questa mattina, al Centro congressi De Filippi, INAIL e ANMIL, Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul lavoro, hanno ricordato ai ragazzi delle scuole della provincia, il valore della sicurezza, un valore di cui non ci si può mai spogliare e che ognuno deve conservare gelosamente molto più «…del proprio cellurare».
Per sensibilizzare i giovani, lavoratori futuri, sull’importanza della cultura della prevenzione sono intervenuti anche il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Claudio Merletti, che ha raccontato due episodi della sua carriera di docente quando due bambini riportarono gravi conseguenze in due diversi momenti delle attività scolastiche, e il dottor Gabriele Zeppa, rappresentante degli Industriali di Varese che si occupa di prevenzione e che ha posto l’accento sulla cultura personale della prevenzione in un momento in cui la tecnologia ha dato il suo sostanziale contributo rendendo più sicuri i macchinari. Ospite anche il dottor Crescenzo Tiso, dell’Asl di Varese, che rappresenta, insieme all’Inail, l’ente chiamato in causa ogni volta che si verifica un incidente sul lavoro. Il dottor Tiso ha spiegato l’importanza della conoscenza dell’ambiente in cui si lavora e dei materiali che si manipolano perchè i rischi possono trovarsi ovunque.

Inail e Anmil da anni chiamano a raccolta i ragazzi per ricordare il valore della conoscenza e della sensibilizzazione che non può prescindere dall’ambiente in cui si forma l’uomo di domani, la scuola.
A testimonianza del valore della cultura della prevenzione, sono poi saliti sul palco alcuni testimoni come Desiree Crisafulli, una ragazza che subì un grave incidente mentre lavorara e da cui uscì con gravissime conseguenze ad un braccio: «Ho raccontato la mia storia perchè i ragazzi capiscano l’importanza della prevenzione, e, soprattutto, sappiano apprezzare il valore della vita». Pur con la menomazione ad un braccio, Desirè ha trovato la forza di reagire e di sopportare il dolore grazie all’Inail che, oggi, si fa carico anche del reisnerimento sociale delle vittime di infortuni: « Sono uscita dalla depressione in cui ero caduta grazie ad una bicicletta che mi ha fornito l’Inail – racconta Desiree – Mi hanno messo in contatto con il Comitato Paralimpico e, da qui, con il gruppo di Fabrizio Macchi. Ora mi sto impegnando con la mia bicicletta appositazione modificata. Il mio obiettivo sono le Paralimpiadi di Londra del 2012».

La voglia di ricominciare è stata trovata anche da Giannino Secchi, per lunghi anni presidente provinciale e regionale di ANMIL « Quando è finita la guerra sono dovuto andare a lavorare. Trovai un impiego in una fabbrica dove un pistone idraulico mi tranciò tre dita della mano destra. A quell’età mi sembrava che la vita non avesse più senso. Poi ho ripreso lo studio, ho preso la licenza di terza media, ho trovato un nuovo lavoro in una fabbrica chimica dove mi hanno fatto fare lavori consoni alla mia disabilità. Ho continuato a lavorare nell’industria chimica facendo la mia carriera. Oggi, però, pur in pensione ho ancora ben chiaro cosa voglia dire sicurezza. Tutti, non solo gli industriali o i lavoratori, devono avere ben chiaro cosa voglia dire"lavorare in sicurezza". Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Prima che sia troppo tardi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Febbraio 2010
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