E non chiamatele “seconde linee”

I protagonisti nel fine settimana sono un ragazzo e una ragazza che di solito lavorano per lanciare le superstar della propria squadra. Ma stavolta si sono regalati una copertina strameritata

(d. f.) Con il pallone fermo, il fine settimana ha permesso di puntare gli occhi sulle imprese del ciclismo e sul derby di pallavolo. In realtà hanno giocato anche Cimberio e Von, ma dopo averle viste da vicino vorremmo dimenticarne le rispettive prestazioni. Non potendo, le piazziamo in basso nel pagellone, vicino a quell’inferno che si chiama retrocessione.
Messaggio ai lettori: il prossimo numero della nostra rubrica andrà on line il prossimo martedì, 6 aprile.

Pagellone numero 11 – 29 marzo 2010

alessia lanziniAlessia Lanzini 8 – Insieme alle giganti Aguero e Cruz, tra le protagoniste del derby di ritorno c’è anche la "piccola" (di statura!) Alessia, ex della partita e per nulla a disagio nel ruolo di vice-Cardullo, non esattamente il compito più facile del mondo. Per lei e per tutte le compagne una prestazione esemplare che assicura alla Mc-Carnaghi il secondo posto in classifica. Quando, nel ripercorrere le memorie di una stagione di vertice, si ricordano la serata d’oro di Bosetti, quella di Pinese, quella di Nicora, quella di Lanzini e così via, forse vuol dire che è proprio l’anno buono…

Ivan Santaromita 8 – Di nome fa Ivan, corre per la Liquigas, è uno scalatore ed è varesino: come si chiama di cognome? Se facessimo un indovinello in questo modo, fino a sabato avrebbero detto tutti: «Basso». Probabilmente questa rimarrà la risposta anche in futuro, ma intanto il ragazzo di Clivio ha messo la firma sotto una bella vittoria – alla Settimana Coppi&Bartali – e ha rotto il ghiaccio tra i "pro", per la felicità dello stesso Basso, che non ha mai nascosto di confidare in lui. Santaromita riporta così in casa una maglia di leader a 21 anni da quella di Mauro Antonio al Giro del Trentino e si guadagna un applauso particolare dall’Alto, quello di Ivano, l’altro fratello scomparso nel 1983.

Noemi Cantele 6,5 – Cuce il gruppo, fa lavorare la squadra, prova la stoccata in salita. Poi si mette anche nella bagarre della volata in leggera ascesa ma a quel punto Vos e socie sono di un altro pianeta. Il "Trofeo Binda" continua a non andare a buon fine per la campionessa di Arcisate, ma la condotta di gara e il quinto posto finale sono comunque risultati da prendere per buoni. Nel senso che vanno applauditi.
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Carlo Parisi 5,5 – Maestro nel dribbling davanti ai microfoni, questa volta il coach neocampione di CEV ha… ecceduto nei virtuosismi e non ha convinto del tutto:  la teoria secondo cui il settimo posto finale è meglio del sesto lascia qualche dubbio, soprattutto se arriva al termine di un derby perso senza mai entrare in partita. È vero che di fronte c’era una Mc-Carnaghi da lasciare senza fiato, ma qualche soddisfazione in più ai cento scatenati tifosi venuti da Busto si poteva provare a darla. Su una cosa però si può concordare: non è facile gestire stimoli e motivazioni dopo una vittoria gratificante come quella di Coppa, e per la Yamamay questi "problemi" sono una dolcissima novità.

Donnie Mc Grath 4 – Tre punti in due partite, con 0 su 8 da tre punti in 35′ di impiego. Da quando è rientrato Ronald Slay e di conseguenza Jr Reynolds si è accomodato in tribuna il tiratore irlandamericano (esiste???) si è messo a fare cilecca. Calo degli stimoli? Mano in frigorifero? Non lo sappiamo. Però, almeno garantisse un po’ di qualità nel ruolo di playmaker, risalirebbe anche nella pagella; a Ferrara invece anche il palleggio è sembrato difficoltoso per non parlare dei tentativi di far girare la squadra. Childress ha bisogno di riposare tranquillo, invece quando sta in panchina rischia di spaventarsi molto più che davanti a un Farabello ringhiante.

Giulia Rambaldi 4 – Giochi in una squadra con l’acqua alla gola, hai di fronte una formazione decisamente superiore, hai già perso una compagna molto importante come Naike Mendozza espulsa dall’arbitro (qui sospendiamo i voti per entrambe: dalla tribuna non si è capito chi ha ragione). In questo quadretto, mandare il proprio allenatore a farsi friggere non è la scelta migliore e così la Von ha proseguito la partita con in vasca le ragazzine. Sellaroli permaloso? Forse sì, ma a giudicare dalla sicurezza con cui ha panchinato Rambaldi, la "protesta" di quest’ultima dev’essere davvero stata grave.

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Pubblicato il 29 Marzo 2010
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