Il MAGa disegna il futuro della città

Alla presentazione per stampa e critici intervengono i vertici della Fondazione, i curatori della mostra e un vasto parterre di addetti ai lavori. E c'è anche Bruno Vespa

Il MAGa riuscirà a dare una nuova identità alla città di Gallarate, affrancandola dalla tradizione industriale del Novecento? È questa la scommessa – ancora tutta da vincere- che sostiene la grande operazione del museo d’arte moderna gallaratese, presentato in anteprima nella mattina div enerdì 19 marzo. Il sindaco Nicola Mucci ci crede fino in fondo e l’ha ripetuto davanti alla folta platea di addetti ai lavori e giornalisti: «Già dal primo mandato, iniziato nel lontano 2001, ho voluto imprimere a questa città una svolta, rifiutando l’appellativo di territorio attento solo all’economia. Non volevo diventasse una città dormitorio e ho lavorato perché avesse una identità precisa». Dopo il lancio del polo teatrale incentrato sui due teatri gestiti dalla Fondazione Culturale 1861 Gallarate Città, con il nuovo museo d’arte la città cerca di acquisire un profilo di rilevanza nazionale nel campo della cultura. «Secondo gli studi economici, ogni euro investito in cultura ne fa rientrare otto, noi puntiamo per ora a ottenere cinque volte» ha spiegato Angelo Crespi, presidente della Fondazione Zanella e trait d’union tra l’amministrazione comunale gallaratese e il ministero dei beni culturali. L’intervento del ministero ha consentito di allestire una mostra di alto profilo, curata da Beatrice Buscaroli con il coordinamento di Cinzia Chiari. La presentazione – molto attesa dalla stampa specializzata e dagli addetti ai lavori, che hanno seguito l’intenso lavoro degli ultimi mesi – ha attratto la partecipazione di molti giornalisti specializzati, ma anche di Bruno Vespa, coccolato dagli amministratori locali, con la giunta quasi al completo. E venerdì sera, al vernissage, sono attesi anche altri grandi ospiti, tra cui Vittorio Sgarbi.

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Il nuovo museo punta ad emulare il successo di altri musei nati in provincia e divenuti poli di attrazione per il turismo culturale, ma anche per la produzione scientifica e artistica, e anche luoghi di ritrovo sociale. Per questo gli spazi del museo – realizzato con il profondo rinnovamento di un edificio degli anni Trenta – comprendono anche un grande bookshop e una cafeteria. Il cuore del museo rimane però la collezione della Gam. «Una collezione importante, con una storia radicata in città, dal 1950» ha spiegato la direttrice Emma Zanella (a sinistra nella foto, con Beatrice Buscaroli e Angelo Crespi), che ha seguito la crescita della galleria fondata nel 1966 dal padre Silvio. La storica Gam, per decenni collocata nell’edificio di viale Milano, condiviso con commissariato di polizia e tribunale, ha saputo creare un seguito ampio, fatto di artisti e critici, ma anche di studenti e bambini, grazie ai progetti didattici («10mila utenti lo scorso anno»). «Senza questo passato nobilissimo e unico, non avremmo mai raggiunto questo punto» ha riconosciuto Beatrice Buscaroli.

Da questo passato e dal grande investimento fatto negli ultimi anni – si parla di una cifra nel complesso superiore ai 6 milioni di euro – si riparte per disegnare il futuro del museo e quello della città. Rimane una scommessa, anche se il sindaco Nicola Mucci è pienamente fiducioso: «Abbiamo già raggiunto un risultato straordinario – purtroppo – per il nostro Paese, rispettando tempi e budget previsti». Il ruolo degli enti superiori, dalla Provincia alla Regione, sarà comunque fondamentale: si tratta di vedere se Varese e Milano sapranno raccogliere la sfida, come già hanno fatto alcuni sponsor, come Yamamay.

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Pubblicato il 19 Marzo 2010
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