Milani: “Lavorare come Di Pietro, per la legalità”
Intervista col capolista alle regionali per dell'Italia dei Valori. “Interventi subito per i pendolari, la mobilità è prioritaria”
«Il mio modello? Di Pietro, uno che non si stanca mai e lavora dalla mattina presto a tarda notte». Alessandro Milani (foto), classe 1951, varesino, sposato e con 4 figli lo ha conosciuto, Di Pietro, da quando si avvicinò alla politica, nel 1998. E’ un dipietrista della prima ora.
«Ricordo durante una raccolta firme a Roma. Quando arrivavo in ufficio al partito, alle 7, lui era già lì. Andavo via a notte fonda e Antonio doveva ancoda andare a casa: un mito». Milani si presenta alle regionali e nelle liste dell’Italia dei Valori, movimento che appoggia la candidatura di Filippo Penati.
Milani, quali sono le sue esperienze politiche precedenti?
«Prima di Di Pietro non ho mai militato in nessun partito, non ho mai fatto politica attiva prima della tessera Idv, appunto alla fine degli anni 90».
Il movimento per cui si candida si chiama “Italia dei Valori”. Quali sono questi valori?
«Il valore principale è l’onestà. Una persona onesta non può subire le angherie di chi gioca senza regole: è inaccettabile. I nostri sono valori base della società democratica: sono la famiglia, la legalità, la democrazia».
Secondo lei c’è più bisogno di legalità, lavoro o partecipazione?
«La legalità per prima, poiché è solo a parole annunciata. Questo deve costituire il primo valore, da cui poi far discendere gli altri. Se non c’è rispetto delle regole, c’è disparità di trattamento dei soggetti. Un esempio? La finanza: una speculazione che quando è priva di regole spenna chi lavora onestamente».
Perchè la sua candidatura alle regionali?
«Ritengo di essere maturo per affrontare questo passo: ho imparato molto da Di Pietro, come le ho raccontato. Nel nostro partito non c’erano modelli, non c’erano maestri: diciamo che sono stato un buon autodidatta».
E quali le priorità per una regione come la Lombardia?
«Sono rimasto colpito dalla forza dei pendolari e dal loro spirito di soppportazione, che dimostrano ogni volta che c’è un ritardo. Una cosa inconcepibile. Questa è una priorità e una regione come la Lombardia possiede le risorse per migliorare la vita di queste persone.
Poi vengono certamente il lavoro, i giovani e il tema generale della mobilità. Un tema che mi sta a cuore è la condizione femminile, che io ritengo giusto affrontare senza le quote rosa: occorre trasformare queste mere concessioni, in diritti».
Entra in una stanza e incontra Bersani. Che gli dice?
«Ho molta stima per Bersani. Ha capacità di affrontare i temi in maniera diretta. Gli direi: “Bravo fin che puoi, fai così”»
Poi esce e incontra Berlusconi….
«Gli direi di continuare a fare l’imprenditore, non il politico!»
Le piace il modo di fare politica di Beppe Grillo? Quali sono le affinità con questo movimento?
«Grillo sa cogliere i problemi, ma usa termini troppo forti. Spesso si limita alla critica senza fare proposte costruttive. Col “movimento 5 stelle” ha capito che il tempo della protesta è finito. Mi sarebbe piaciuto lavorare con lui, mi riconosco in molte questioni che trattano i suoi attivisti».
Qual è il suo slogan? Utilizza facebook?
«Ho scelto ‘Milani è diverso’ perché credo che il messaggio giusto sia quello di trasmettere la mia volontà di costruire una politica che non è uguale alla precedente. Sì, uso facebook e ho un sito con cui mi confronto con gli elettori».
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