E a scuola studio il mandarino
Dopo il Montale anche il Gadda Rosselli raccoglie la sfida della globalizzazione e amplia l'offerta formativa includendo l'insegnamento del cinese. Una scelta obbligata in un mondo che cambia
Il mondo non è più sottocasa. E nemmeno al di là dal confine. È "dappertutto".
E nel tutto, quindi, le scuole italiane smaniano per stare al passo con i tempi: nel loro ruolo di educatori non possono non raccogliere le sfide della globalizzazione.
Approfittando della Riforma che sta stravolgendo ordini e programmi, all’Itc-Itpa Gadda Rosselli di Gallarate vara la prima innovazione: tra le lingue che verranno insegnate da settembre ci sarà anche il cinese. Non più in pacchetti pomeridiani per studenti appassionati, ma lezioni vere e proprie in classe, durante la mattina: « Quest’anno apriremo anche l’indirizzo linguistico liceale – spiega il preside Giovanni Ballarini – così ci siamo chiesti come disegnare la nostra scuola per renderla più rispondente agli scenari futuri. Dal confronto con la Provincia, è emersa l’esigenza di attivare una sezione in cui si insegni il cinese, non limitandosi alla lingua, che è già di suo molto complicata, ma anche alla cultura».
Così, dopo una serie di riunioni in regione con la Direzione scolastica, si stanno definendo i dettagli di questa sezione dell’indirizzo turistico che proporrà il cinese, pur mantenendo tutte le altre lingue europee: «Chiaramente ci rendiamo conto delle difficoltà che incontreremo anche perchè è una delle prime sperimentazioni e dobbiamo mettere a punto l’offerta formativa, il monte ore, le figure professionali richieste. Per garantire la certificazione attiveremo un corso di 66 ore annue ( due ore a settimana) ma vogliamo arrivare presto a 99 ore».
A livello internazionale, la Cina sta favorendo la diffusione delle proprie lingua e cultura: « Si sta sviluppando una sensibilità nuova che investe anche il mondo universitario. Da parte nostra, riteniamo che la vicinanza di Malpensa ma anche la presenza di un tessuto imprenditoriale proiettato verso il gigante asiatico, ci imponga un adeguamento della formazione».
La discussione all’interno dell’Itc-Itpa è avviata: si parla di contenuti, ore ma anche di insegnanti: « È una questione delicata: stiamo valutando se attingere tra professori formati nelle nostre università o nelle loro».
Ed è proprio il capitolo docenti ad animare le discussioni del collegio docenti nell’Itpa Montale di Tradate dove l’insegnamento di arabo e cinese curricolare avviene ormai da qualche anno: « I nostri ragazzi – ha spiegato la professoressa Donatella Iemmallo – hanno la possibilità di scegliere oltre all’inglese, tra il tedesco e il francese e tra l’arabo e il cinese. Così fino alla quarta hanno un approccio con la lingua a la cultura di paesi molti distanti e diversi. Gli studenti scelgono queste lingue proprio per approfondire la conoscenza di mondi così distanti da noi, mentre i genitori ritengono che siano competenze utili per il futuro».
Nei progetti del preside Calogero Montagna c’è un ulteriore potenziamento di questi corsi tant’è che è diventato capofila di una rete di scuole impegnate a concretizzare la richiesta pressante del Ministero che vuole ampliare il ventaglio di lingue offerte agli studenti (inglese, una seconda lingua europea e una terza opzione straniera con cinese e arabo in pole position). L’unica remora riguarda, quindi, il docente: in organici già al completo, dove si sta gestendo con fatica la politica dei tagli, innovare nell’offerta formativa così radicalmente non è certamente facile.
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