Il Varese pensa già a Cremona. Ebagua annuncia l’addio
Mister Sannino non si preoccupa delle assenze ed elogia il collettivo. L'attaccante nigeriano ha già deciso: «sono ambizioso e voglio andar via»
Appena mister Sannino entra in sala stampa, fa una scenetta: tutti lo guardano ammutoliti, nessuno gli fa domande e lui finge di andarsene. Sa di avere fatto un’impresa, non ancora quella con la "I" maiuscola, ma battere nella doppia sfida il Benevento è a suo modo un’impresa. Tutti volevano evitare i campani nei playoff. Il Varese se ne è fregato bellamente, facendo un solo calcolo: vincere e basta. E lo ha fatto.
Nella partita di ritorno i ragazzi di Sannino hanno costretto lo squadrone di Acori a una rincorsa disperata, imponendo ancora una volta il proprio gioco arrembante e sfacciato. «L’obiettivo era quello di fare la partita – spiega l’allenatore del Varese -. Loro dovevano vincere e noi sapevamo che sono una grande squadra. Era un passaggio troppo importante e noi fino a qui ci siamo arrivati».
Non vuole pensare agli acciacchi di Leonidas Neto Pereira (problemi seri ad un ginocchio), a rischio per la partita con la Cremonese, come non vuole entrare nel merito dell’espulsione di Ebagua. Si lascia solo sfuggire la parola «scandalosa», riferendosi al cazzotto rimediato dal nigeriano mentre usciva dal campo. «Io ringrazio i miei ragazzi, tutti, soprattutto quelli che non vanno nemmeno in panchina e siedono in tribuna – continua il mister -. Un grazie per questa grande partita. Ho fiducia in quelli che giocheranno contro la Cremonese». Chiunque essi siano, viene da aggiungere. Perché l’immagine della squadra senza volto, senza i nomi stampigliati sulla maglietta, il grande collettivo temprato e plasmato da Sannino, è il vero marchio di garanzia del Varese. Prima o poi, però, dovrà lasciare il posto a quei singoli nomi che stanno costruendo l’impresa. Tra loro c’è senz’altro Dos Santos, o Clayton, come lo chiama affettuosamente l’allenatore. E’ entrato nel secondo tempo al posto di Buzzegoli, facendo una partita di grande carattere. «A Benevento – dice Sannino – ci siamo abbracciati in mezzo al campo, ma non siamo gay. Non ci sono parole per definire questo ragazzo».
Anche Daniele Corti autore di un gol e di una rinascita sperata e per nulla scontata della sua carriera di calciatore, ripete il mantra dell’allenatore, e poi aggiunge: «non ho mai giocato con il nome sulla maglia, una volta vorrei provare anch’io».
Alessandro Carrozza è abituato a prendersi grosse responsabilità in campo e anche fuori: «andremo a Cremona per vincere – dice sorridendo l’attaccante-. In questo finale ci sono mancate molte persone, ma chiunque ha giocato ha fatto la sua parte». Parole che dette da uno che merita sicuramente una categoria superiore, fanno capire il lavoro svolto da Sannino dentro lo spogliatoio. C’è una fierezza e una lealtà in questi calciatori che rasenta quasi il masochismo. Giulio Ebagua, ad esempio, che con i suoi 14 gol è uno dei pilastri di questo successo, entra in sala stampa e dice di non voler parlare della zuffa in campo, bensì del futuro della squadra. Lui non ci sarà contro la Cremonese perché squalificato, e forse non ci sarà nemmeno nella prossima stagione. «Volevo ringraziare i miei compagni – spiega l’attaccante nigeriano – e anche mister Sannino, il direttore (sportivo ndr) che sono stati fondamentali nella mia carriera. Ci siamo anche scontrati con il direttore, una volta siamo quasi arrivati alle mani. Oggi, invece, lo ringrazio perché Varese è stata la scelta della mia vita. Ma io sono ambizioso e raramente rimango per due anni nello stesso posto. Se posso andar via, me ne vado».
Forse Ebagua non ha considerato l’ambizione di questo Varese.
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