L’elenco delle province a rischio
Da La Spezia a Isernia sono diversi gli enti provinciali che rischiano l'accorpamento secondo le previsioni del Governo
Troppo care, troppo costose. Sono le provincie italiane, già al centro del dibattito elettorale delle ultime elezioni politiche. Ed ecco che il tema torna nell’occhio del ciclone in stagione di tagli e di manovra finanziaria del governo: se la chiusura non è imminente, essa potrà venir realizzata a partire dal prossimo mandato amministrativo. Le prossime elezioni alla scadenza della legislatura, cioè quando si tornerà alle urne per il rinnovo del presidente e dei consiglieri, potrebbero essere fatali per gli enti sotto le 220 mila persone.
Ma quante sono? Ecco l’elenco, depurato di quelle che, pur essendo piccole, non rientrano nelle eccezioni volute dal governo, vale a dire la contiguità con uno stato straniero (Verbano-Cusio-Ossola, Sondrio, Imperia) e quelle appartenenti alle regioni a statuto speciale (e sono molte: Enna, Oristano, Nuoro, Olbia-Tempio, Gorizia, Carbonia-Iglesias, Aosta, Medio Campidano, Ogliastra).
Si parte dalle più popolose, che per un soffio rischiano la chiusura come Terni di 219.876 abitanti, alle più piccole, come Isernia, che vanta 89.852 abitanti. In mezzo tutte le altre: La Spezia, Grosseto, Belluno, Asti, Matera, Ascoli Piceno, Lodi, Massa Carrara, Biella, Vercelli, Crotone, Vibo Valentia, Fermo, Rieti, Isernia.
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