Italia-Germania 4-3 compie quarant’anni
Nella notte europea del 17 giugno 1970, allo stadio Azteca di Città del Messico, si disputò la "partita del secolo". Un match simbolo della storia del calcio, con cinque reti nei supplementari
Chi era davanti alla tv non se la scorderà mai, chi al mondo non c’era di certo ne ha sentito parlare e probabilmente è anche un po’ invidioso verso gli spettatori di allora. Già, perché quella partita non fu un match come gli altri, e non solo perché valeva la qualificazione alla finale mondiale: Italia-Germania 4-3 è stato infatti ribattezzato "incontro del secolo" per il carico di emozioni che regalò nel giro di pochi minuti. Emozioni che proprio quest’oggi, 17 giugno 2010, compiono la bellezza di quarant’anni.
LA PARTITA – Lo stadio era il più bello e famoso, in quella edizione dei Mondiali di Mexico ’70: l’Azteca, dove si sarebbe disputata anche la finalissima con la terza vittoria del Brasile di Pelé. A scendere in campo le squadre più titolate d’Europa, l’Italia di Ferruccio Valcareggi e la Germania (Ovest, non lo si ricorda mai) allenata da Helmuth Schön. I tedeschi, con l’inarrestabile centravanti Gerd Müller, avevano fino a lì sempre vinto: quattro successi tra il girone di qualificazione e i quarti (3-2 in rimonta all’Inghilterra nel supplementare). Gli azzurri erano arrivati in semifinale con un girone così-così (una vittoria e due pareggi) ma poi avevano travolto i padroni di casa del Messico per 4-1, con doppietta del "furzelìna" di Leggiuno, Gigi Riva.
Italia-Germania si gioca a partire dalla mezzanotte europea, sugli spalti ci sono oltre centomila spettatori e le due squadre scendono in campo agli ordini del peruviano Arturo Yamasaki Maldonado.
Il dibattito, tra gli appassionati, è soprattutto uno: Valcareggi proporrà insieme Mazzola o Rivera, o si affiderà alla famosa "staffetta"? La risposta è nella formazione: Sandrino titolare, Gianni subentrerà a inizio ripresa: alternanza perfetta, non ci fossero stati i supplementari.
LE RETI – La partitissima resta a lungo senza particolari emozioni: la prima è azzurra e porta la firma di un ex attaccante del Varese, Roberto Boninsegna, che all’8′ batte Maier con un gran sinistro da fuori area. Gli azzurri a quel punto si chiudono davanti ad Albertosi, con la difesa che respinge ogni tentativo; l’1-0 di "Bonimba" resiste così fino al recupero e quando ormai sembra il risultato definitivo viene modificato da Karl-Heinz Schnellinger lasciato tutto solo in area. Gli italiani ancora non lo sanno, ma quello svarione sarà "benedetto" in seguito perché sarà la prima di sei reti che hanno fatto la storia. Iniziano i supplementari e i tedeschi passano con il solito Gerd Müller che sfrutta un errore di Poletti e batte Albertosi per il 2-1 al 94′. Passano appena 4′ e l’Italia pareggia: ci pensa Tarcisio Burgnich che si porta in attacco sugli sviluppi di una punizione e, quando vede la palla rimbalzare davanti a sé, fa secco Maier per il 2-2. Se da una parte ha segnato Müller, dall’altra non poteva mancare la rete di Gigi Riva: il centravanti varesino colpisce alla fine del primo supplementare agganciando un passaggio di Domenghini, saltando un difensore in bello stile e incrociando il suo proverbiale sinistro.
Si cambia campo, passano pochi minuti e Müller segna di nuovo su azione di calcio d’angolo, con la colpevole complicità di Rivera che, appostato sul palo, non fa buona guardia. Per il "Golden boy" però non c’è nemmeno il tempo di finire dietro la lavagna perché nell’azione successiva, minuto 111, è proprio lui a seguire un’azione di Boninsegna e trovare la stoccata decisiva dall’altezza del dischetto del rigore. È il 4-3 in un turbine di reti e di passione. È già leggenda, che il 4-1 subito dall’Italia in finale non riuscirà a intaccare.
I SIMBOLI – La partita dell’Azteca è diventata un modo di dire, una pietra miliare, un simbolo. In Messico lo sanno e infatti nello stadio della capitale hanno posizionato una targa ricordo per "el Partido del Siglo". Tra le tante immagini che arrivano da quella notte, una delle più famose è quella di Franz Beckenbauer, uomo simbolo della Germania Ovest, costretto a giocare i supplementari con il braccio al collo per via di una spalla lussata. E poi ci fu la notte italiana, "notte magica" con 12 anni di anticipo su quelle di Spagna e 20 su quelle di Totò Schillaci: record clamorosi di ascolto per la televisione, feste fino a tarda notte come non se n’erano mai viste. La partita del secolo è tale anche per questo.
Italia – Germania Ov. 4-3 dts (1-0; 1-1)
Reti: Boninsegna (I) all’8′; Schnellinger (G) al 90’+2′; Müller (G) al 94′, Burgnich (I) al 98′, Riva (I) al 104′; Müller (G) al 110′, Rivera (I) al 111′.
Italia: Albertosi, Burgnich, Facchetti, Bertini, Rosato (Poletti dal 91′), Cera, Domenghini, Mazzola (Rivera dal 46′), Boninsegna, De Sisti, Riva. All. Valcareggi.
Germania Ov.: Maier, Vogts, Patzke (Held dal 65′), Schnellinger, Schulz, Beckenbauer, Grabowski, Overath, Müller, Seeler, Lohr (Libuda dal 51′). All. Schön.
Arbitro: Yamazaki (Per)
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