Le intercettazioni hanno sfondato il muro dell’omertà
Il pm Venditti traccia un primo bilancio dopo la prima udienza ai presunti capi della cosca di 'ndrangheta che operava tra Legnano e Lonate Pozzolo
Collegare indagini apparentemente scollegate tra loro, tracciarne un filo conduttore e motivarlo non è stato facile ma è così che si scoprono i reati di mafia e l’uso delle intercettazioni, in assenza di denunce da parte di chi ha subito il reato, è stato fondamentale. Così è nata ed è giunta all’udienza di oggi l‘inchiesta denominata Bad Boys che ha fatto luce su fatti noti a tutti ma che nessuno aveva avuto il coraggio di denunciare, l’unico fu un consigliere comunale di Lonate Pozzolo. Il sostituto procuratore milanese Mario Venditti, a margine della prima udienza contro coloro che sono considerati i capi della locale di ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo, ha ripercorso gli esordi di questa importante inchiesta partita da due indagini dei Carabinieri di Varese e di Busto Arsizio denominate “Piromane” e “Dolce Vita”. Nella prima si indagava su episodi incendiari avvenuti in numerosi locali notturni e attività commerciali della zona di Lonate Pozzolo e Ferno, mentre l’altra ha preso le mosse da un presunto giro di estorsioni sempre a danno di locali pubblici.
Da questi due rami si è cominciato a ricostruire storie, profili di personaggi, fatti; fino a identificare i due livelli dell’organizzazione grazie all’uso dello strumento delle intercettazioni. Una volta capito dove si poteva arrivare le due indagini sono passate alla Dda di Milano che ha fatto il resto definendo il braccio armato, già andato a giudizio con i riti alternativi, e il livello che operava nell’ambito economico con una serie di imprese edili e locali intestati a prestanome o agli stessi capi. Venditti ha analizzato la massiccia migrazione di cirotani che si sono spostati tutti nella zona di Lonate Pozzolo, la maggior parte non ha nulla a che vedere con le organizzazioni criminali mentre alcuni ne hanno approfittato per fare affari in maniera illegale sfruttando il collegamento con la cosca dei Farao-Marincola che hanno mandato a Lonate loro emissari.
Il sostituto procuratore non esclude che durante il processo possano emergere interessanti novità che possano fare luce su almeno tre dei cinque omicidi “eseguiti con modalità mafiose”, avvenuti tra Ferno, Lonate Pozzolo e il legnanese negli anni passati e che hanno visto cadere sotto i colpi della lupara bianca i fratelli Alfonso e Cataldo Murano e Giuseppe Russo, tutti uomini legati a doppio filo con i principali protagonisti di questa inchiesta, uno dei quali parente acquisito di un ex-assessore di Lonate Pozzolo.
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