Corteo Coldiretti: anche una mucca davanti al Pirellone
Gli allevatori sono arrivati da tutto il Nord Italia per protestare contro la proroga sui pagamenti delle multe per le quote latte
È la mucca “Onestina” il simbolo della protesta degli allevatori della Coldiretti. Questa mattina sono arrivati a Milano da tutta la Lombardia e dal resto del nord Italia con i loro trattori per la manifestazione organizzata davanti alla Regione in piazza Duca D’Aosta.
“Onestina” è stata munta in diretta mentre all’ingresso del Pirellone sono stati depositati gli scatoloni con una parte della montagna di carta che in questi anni le aziende agricole hanno dovuto sopportare per la gestione burocratica del sistema delle quote latte.
“Noi rispettiamo sempre la legge ma la legge rispetti noi” hanno detto gli allevatori, durante la simbolica catena umana con la quale hanno circondato la sede della Regione Lombardia. Uno studio della Coldiretti evidenzia che ad oggi i produttori di latte in regola hanno subito costi per la gestione delle quote latte pari a 2,42 miliardi di euro: dei quali 1,7 miliardi per l’acquisto, 150 milioni per l’affitto, 220 per il versamento del prelievo e 350 milioni per l’adesione alla rateizzazione prevista dalla legge 119/03.
“Non si scherza con il lavoro delle persone – ha aggiunto Nino Andena, Presidente della Coldiretti Lombardia – quello che sta succedendo con la proroga sui pagamenti delle multe per le quote che vogliono concedere a un piccolo gruppo di splafonatori è una ferita per la stragrande maggioranza degli allevatori onesti che in questi anni hanno speso soldi, tempo e fatica per rispettare la legge. Troppo comodo dire adesso che si è scherzato. Così non va. Se sono ancora da rifare i conti “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori ma anche per lo Stato”.
“E come se non bastasse il problema delle quote – spiega il Direttore della Coldiretti di Varese, Tino Arosio – c’è il nodo del prezzo, inchiodato da gennaio ai 33,156 centesimi al litro, al di sotto di qualsiasi livello di sopravvivenza per le aziende agricole, con le industrie sorde a qualsiasi richiamo di buon senso legato all’andamento dei formaggi dop che si sono rivalutati anche del 20%. Una situazione paradossale che speriamo possa essere sbloccata al più presto e che riguarda quasi settemila azienda lombarde per una produzione che rappresenta il 40 per cento di quella italiana”.
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