“Il dopo Bossi non ci interessa”

Botta e risposta tra consiglieri provinciali su quali siano le strategie del Carroccio mentre molti militanti si scatenano in commenti sulla vicenda di Terra Insubre

gualandris“Bossi Umberto è la Lega Nord e la Sua forza è saper parlare alla gente con il linguaggio della gente. Poche cose ma concrete, bisogni veri, necessità, non discorsi filosofici sul nulla”!
Stefano Gualandris non ci gira intorno. La sua lettera vale più di mille articoli di politologi, analisti politici, giornalisti “esperti”. Quando parla del senatur, a scanso di equivoci, usa anche le maiuscole.
Carlo Crosti era già intervenuto raccontando il clima del dibattito varesino. “Se all’interno del direttivo cittadino qualcuno ha cercato di minimizzare il provvedimento del Direttivo Federale (si riferisce a Terra insubre, ndr), io e alcuni altri, abbiamo cercato di spiegare che quello era comunque una delibera dell’organo più alto ed importante della Lega Nord e non poteva passare in sordina, altrimenti si sarebbe rischiato, e questo sembra essere il fine di alcuni, di far passare il Segretario per un burattino che parla per bocca di qualcun altro, e tutto si può dire di Bossi ma chi lo conosce bene sa che nessuno è mai riuscito a fargli dire cose che non pensasse”.
Nelle ultime settimane c’è comunque qualche nervo scoperto dentro il Carroccio, e anche se il dibattito interno fatica a trovare canali pubblici non di parte, si avverte che qualcosa sta cambiando.
Qualche militante vive con fastidio questo attaccare il Capo, ma al tempo stesso qualcuno afferma che “non si vuole diventare come la Democrazia cristiana”. Un rischio che vista la passionalità, più volte mista a colorite prese di posizioni, non era contemplato nel modo di comunicare della Lega.
renzo e umberto bossiFa riflettere il centinaio di commenti arrivati al nostro giornale dopo l’articolo sulle vicende di Terra Insubre. Ne abbiamo cestinati molti pieni di insulti e odio da una parte e dall’altra. Per lo più gli estensori di queste prese di posizioni, comprese quelle pubblicate, non si firmano anche se in parte riconoscibili dalle email. C’è voglia di schierarsi più che di aprire dibattito.
La stampa da parte sua a volte parteggia e lavora un po’ ad orologeria. Due esempi perfetti, oltre a qualche articolo anche locale, sono l’editoriale apparso nei giorni scorsi sul Giornale in cui si attaccava la Lega per i finanziamenti alla scuola bosina e l’altro su Libero che cantava il de profundis di Marco Reguzzoni.
Non si ragiona nel merito dell’azione di governo o delle strategie politiche, ma solo delle possibile lotte intestine.
A tracciare una possibile lettura di come si ragiona nel Carroccio è ancora Gualandris. “C’è un rapporto simbiotico tra il Capo e la base, un rapporto che difficilmente può essere capito da chi non conosce realmente la Lega Nord. Un misto di fiducia e ammirazione verso un leader e un fine che va oltre l’idolatria o l’ideologia”.
caielliSu questo, dalle fila dell’opposizione locale, arriva una riflessione di Roberto Caielli. Il consigliere provinciale del Pd non capisce dove la Lega voglia andare, quali siano le direzioni e per questo Gualandris scriverebbe un testo che suona come un appello a Bossi. “L’unica via per far giungere al capo una implicita richiesta di aiuto, di fronte alle difficoltà che quotidianamente i militanti si trovano ad affrontare nel confronto politico, non tanto all’interno del partito (che è ‘leninista’, assicura Maroni), ma nei confronti della più larga opinione pubblica”.
In un clima politico caldo e anche drammatico, dove non passa giorno che non ci sia qualche scandalo o attacco alle istituzioni, per la Lega cercare di continuare ad essere “partito di lotta e di governo” diventa sempre più difficile. La prova dei decreti attuativi per il federalismo fiscale sarà decisiva, ma c’è qualcos’altro che si agita.
“Il dopo Bossi? – Si chiede sempre Gualandris – Non ci importa. Si vedrà. Penso che ogni volta che Bossi senta parlare della sua successione si faccia una grande risata e a volte, parlandone, si diverta a prendere un po’ per il sedere i suoi interlocutori…”

È questo il tema? Il dibattito è solo su una presunta successione di Bossi? La Lega sarà anche un “partito leninista”, sarà anche qualcosa di simile a una religione, tanto che il capo si scrive con la maiuscola, sarà anche vincente da diverse tornate elettorali, ma oggi governa a tutti i livelli, dalle circoscrizioni dei rioni fino a Roma. Qualche risultato dovrà pur arrivare? Aspettiamo.

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Pubblicato il 21 Luglio 2010
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