Quote latte: continua la protesta dei trattori

Un centinaio di produttori varesini associati alla Coldiretti manifesteranno a Milano, davanti alla sede della Regione Lombardia

quote latte “Dopo Roma, Milano. Non si ferma – come promesso – la nostra mobilitazione sulle quote latte e sul prezzo. Domani mattina in piazza Duca D’Aosta, davanti alla sede della Regione Lombardia, oltre cento nostri associati produttori di latte di Varese saranno in piazza insieme agli altri coltivatori provenienti dal nord Italia”.
Fernando Fiori, Presidente di Coldiretti di Varese annuncia così la manifestazione di domani che coinvolgerà gli allevatori di tutte le regioni del nord Italia e che ha come epicentro la Lombardia dove si produce il 40 per cento del latte italiano che, ad oggi, non ha neppure un prezzo in grado di garantire agli allevatori la sopravvivenza delle loro aziende.
Sarà presente la mucca “Onestina”, simbolo degli allevatori che hanno rispettato la legge.

“Domani – spiega il Direttore di Coldiretti Varese, Tino Arosio – riconsegneremo alla Regione una decina di scatoloni contenenti le pratiche burocratiche che le imprese agricole hanno dovuto affrontare negli ultimi venticinque anni per essere in regola con le quote latte e che, messe in fila, potrebbero coprire la distanza che c’è fra Milano e Roma e ritorno. Una catena umana circonderà poi il palazzo della Regione”.
“Noi rispettiamo sempre la legge, ma la legge rispetti noi – ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini – nell’annunciare il nuovo appuntamento della mobilitazione che si svolge mentre è in discussione alla Camera l’emendamento sulle quote latte nell’ambito della manovra. Se gli accertamenti in corso sono cosi’ “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti ma visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi”. Se – conclude Marini – sono ancora da rifare i conti “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori ma anche per lo Stato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Luglio 2010
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