Remi e cultura, arriva il camp dei Rotary
Per il quarto anno consecutivo i club rotariani della provincia promuovono il camp di canottaggio per dodici giovani provenienti da altrettante nazioni straniere. La dedica a Stojan Murnik
È ormai diventato un piacevole appuntamento dell’estate varesina: parliamo del camp di canottaggio che da quattro anni viene organizzato dai circoli del Rotary attivi su tutta la provincia che promuovono d’insieme un evento dedicato ai giovani di tutto il mondo.
Dodici ragazzi e ragazze (tra i 17 e i 19 anni) provenienti da altrettanti Paesi raggiungeranno domenica 4 luglio il Varesotto, saranno ospitati al De Filippi, e per due settimane alterneranno allenamenti sul campo di regata messo a disposizione dalla Canottieri Gavirate a visite guidate nei luoghi più significativi del nostro territorio: da Santa Caterina all’Osservatorio, dal Sasso del Ferro alle Isole Borromee fino a uno sconfinamento in Brianza per scoprire il mitico autodromo di Monza.
«La nostra iniziativa è un modo per dare l’opportunità ai giovani di imparare a conoscersi: non è un caso che nel passato parteciparono insieme anche palestinesi e israeliani» ha ricordato Maurizio Ampollini, neo presidente del Rotary Club Tradate. «La nostra associazione – ha proseguito Massimiliano Rommel – ha tra i suoi obiettivi quello di far incontrare i giovani e infatti prevede una serie di iniziative che vanno dall’opportunità di trascorrere un anno di studio all’estero a quella di partecipare a camp mirati come questo». «E spesso il territorio ne esce rafforzato – ha fatto eco Ella Lazzarini – perché i nostri ospiti spesso creano legami con chi li ha ospitati (sono previste alcune giornate da passare con le famiglie degli organizzatori ndr) e tornano anche con i propri genitori, alimentando un turismo di qualità».
L’edizione 2010 del camp ha una dedica particolare: quella a Stojan Murnik, socio rotariano di Tradate, scomparso da poco, che negli anni scorsi si era speso in prima persona per una perfetta riuscita dell’evento. «Gli siamo molto riconoscenti – hanno detto gli organizzatori – e lo vogliamo ricordare in questa occasione per l’impegno e la dedizione che ha mostrato».
Ma come si fa a partecipare a questo tipo di camp? Lo spiega il dottor Mancina, presidente della commissione scambi giovanili del Distretto 2040 del Rotary: «Un camp, quando viene organizzato, viene illustrato in uno dei congressi annuali dove partecipano rappresentanti di tutto il mondo. Lì si stringono rapporti e si raccolgono le candidature che devono essere sostenute da un club locale che provvede a presentare il ragazzo che desidera partecipare. È interessante ricordare che questi giovani sono solo raramente figli di rotariani, anzi, molto spesso si coinvolgono nella nostra organizzazione proprio in queste occasioni. Spesso inoltre la partecipazione ai camp viene assegnata in premio a ragazzi meritevoli o vincitori di concorsi, come avviene nei distretti spagnoli».
Al camp varesino contribuiscono sei Rotary Club: Busto-Gallarate-Legnano-Ticino, Laveno-Luino-Alto Verbano, Sesto Calende-Angera-Lago Maggiore, Varese, Varese-Verbano e Tradate. I giovani partecipanti provengono invece da Austria, Belgio, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Olanda, Stati Uniti, Turchia e Ungheria.
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