Monte San Giorgio: ora Italia Chiama Canton Ticino
Cartine, sito web, geoguida e una fondazione come primi elementi indispensabili dopo l'iscrizione del sito come patrimonio dell'UNESCO: a dirlo i sindaci italiani interessati
A Clivio sono giunti anche i rappresentanti della fondazione Monte San Giorgio del versante ticinese, soddisfatti di questa decisione ma anche consci che adesso c’è da lavorare sodo per le prossime scadenze. La prima di queste è la creazione di una fondazione anche sul versante italiano, “obbligatoria” e da formalizzare entro sei mesi dall’iscrizione avvenuta due giorni fa. Altre tappe di questo lavoro, già bene identificate, riguarderanno la creazione di una geoguida, di sentieri Unesco condivisi, un sito web, la cartellonistica e un sito di accoglienza dei visitatori anche sulla parte varesina, di un unico logo grafico per entrambi i Paesi, riconoscibile nel mondo come unico territorio.
La capacità di cooperare e di fare gruppo sarà certo un aspetto da non sottovalutare e fare sistema con tutte i siti museali del San Giorgio, 12 per l’esattezza, potrebbe essere un primo importante passo. Il sindaco Belometti di Clivio ha ringraziato tutti per il lavoro svolto e anche lui pensa che «Questo è solo l’inizio di un percorso, non l’arrivo. La firma è stata messa – ha chiosato il sindaco- ora bisogna proseguire con un impegno reale per estendere oltre i confini questo nostro patrimonio». In altre parole, come ribadito in più passaggi, servono denari ed una regia in grado di pilotare tutto questo lavoro.
Insomma, chi gestisce e chi paga? L’assessore provinciale al turismo e alla cultura Francesca Brianza, presente all’incontro, ha chiaramente detto che “bisogna lavorare per fare una proficua promozione del territorio facendosi trovare pronti per il futuro. «La Provincia di Varese – ha ripetuto agli amministratori presenti, vi sarà vicina per valorizzare questa nuova perla della nostra provincia».
Il professor Markus Felber, vera anima del sito ticinese del San Giorgio e profondo conoscitore della materia, ha ribadito la necessità di stare con i piedi per terra e lavorare bene e da subito perché questo rinascimento potrebbe anche essere revocato dopo i controlli che periodicamente i comitati di ispezione fanno per la valutazione dei progetti. Il controllo arriverà nel 2013 e per quella data ci deve essere più che un’idea sul tavolo o un bozzetto. “Il turismo arriverà da solo, ha detto Felber, ma la gente non speri di arrivare ed inciampare nei fossili per strada a Clivio.
Presentare un patrimonio paleontologico è difficile, ecco perché bisogna lavorare su consolidati progetti da portare avanti”. L’Italia, per inciso, ha la fortuna di avere il lavoro degli svizzeri di 10 anni già sperimentato, un prezioso bacino cui potere e dovere attingere. “Adesso bisogna ragionare a due, hanno concluso gli svizzeri del Monte San Giorgio presenti”. Una sfida, forse un monito, che i sindaci al confine, da tempo, hanno raccolto.
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