20-10-2010, ancora due date doppie, poi più nulla per quasi un secolo

La lettura numerica delle date crea a volte delle stranezze: che si trovano però solo nei primi 12 anni di ogni secolo. E che non si ripeteranno più dopo il 31-12-3112

numeri!Ci avrà fatto caso distrattamente qualcuno osservando la data: 20 ottobre 2010.
In cifra è 20-10-2010, secondo l’uso europeo, diverso da quello americano che indica prima il mese (per loro l’11 settembre è 9-11).  Si tratta di date "doppie".
 
Cadono una volta l’anno, ma non ci sono tutti gli anni: si possono trovare infatti solo nei primi dodici di ogni secolo (fino al 20-12-2012, per intenderci),  per "rimare" con le cifre dei mesi.
E nemmeno per tutti i secoli del nostro calendario: solo fino al 31-12-3112, non oltre.

I primi dodici anni di ogni secolo forniscono anche un’altra "chicca" numerica, purchè si abbia l’accortezza di levare le prime due cifre dell’anno: dall’ 1-1 dell’1 al 12-12 del ’12. Da poco è trascorso, per esempio, il 10-10 del ’10. E se i cinesi festeggiano ancora ogni "doppio dieci" in ricordo dell’a data di abbattimento dell’impero dei Manciù (di cui ricorre il centenario l’anno prossimo), c’è da chiedersi cosa abbiano fatto per quello triplo.

Popoli più superstiziosi di noi avrebbero probabilmente attribuito significati particolari a queste ripetizioni di numeri, del tutto casuali e arbitrarie così come arbitraria è ogni data. Si pensi ai Maya, finissimi matematici ed astronomi, che calcolavano con cicli sfalsati su basi numeriche diverse il trascorrere di giorni, "anni" e periodi più lunghi, e su questi dei cicli plurisecolari ancora più lunghi. Fino alle odierne fesserie da "archeologia misteriosa" sul 2012 e la fine del mondo, semplicemente perchè il 20 dicembre di quell’anno terminerà il tredicesimo b’ak’tun del "lungo computo", "partito" l’11 agosto 3114 avanti Cristo, secondo il nostro calendario.
Che poi, non tutti lo sanno, è a sua volta probabilmente "sbagliato" di vari anni: quando il monaco Dionigi il Piccolo, originario della Scizia (l’attuale Ucraina), lo creò al tempo dell’imperatore Giustiniano I, calcolò male la data di nascita di Gesù. Che per i riferimenti contenuti nel Vangelo è datata dagli storici da quattro a sette anni prima dell’anno 1 dell’era cristiana così come fissata da quel monaco. La beffa è che l’impero bizantino in cui Dionigi aveva vissuto avrebbe invece continuato per secoli a contare i giorni e gli anni non dalla data da lui fissata ma da quella della "creazione del mondo", che i greci cristianizzati avevano fissato nel 5508 a.C., azzeccandoci ancora meno del povero monaco.

Il suo calendario trionfò invece in Occidente prima del Mille, con una piccola modifica apportata appunto sotto papa Gregorio XIII nel 1582, quando si cancellarono d’autorità tredici giorni, guardacaso proprio nel mese di ottobre. Tale riforma fu accettata solo nei paesi cattolici, ma nel Secolo dei lumi, il diciottesimo, aderirono anche i protestanti: la matematica potè più della diffidenza per i "papisti".

Le date possono essere arbitrarie, ma la prospettiva di far cadere lo stesso mese in stagioni diverse, per chi vive in aree temperate ed è abituato a estati e inverni, autunni e primavere legate ai mesi nel sentire popolare, era davvero troppo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2010
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