“Bosco di via Broggi, serve creare un corridoio ecologico”
Il grupoo di Legambiente cittadino chiede all’amministrazione e alla Curia di rivedere i progetti edilizi dell’area di cui sono proprietari
«Il territorio denominato “bosco di via Broggi”, nonostante la vibrata e civile protesta di moltissimi abitanti del quartiere Pineta e di Tradate che ha prodotto più di 200 osservazioni contrarie al progetto dell’Amministrazione, sarà presto oggetto di nuove lottizzazioni che elimineranno definitivamente questo bosco dalla nostra città». L’allarme arriva dalla sezione di Legambiente Tradate che in un comunicato sottolinea che l’Amministrazione Comunale, proprietaria di circa metà del bosco, sia la Parrocchia, proprietaria della rimanente parte «hanno deciso di sfruttarne l’edificabilità» del terreno. .
«Noi riteniamo che la programmazione dell’uso del territorio e delle relative modifiche non possono non tener conto della peculiarità dell’ambiente in cui sono inserite – prosegue il comunicato di Legambiente -. Ci riferiamo ad un’area urbana a fortissima valenza ambientale: tutto il Nord Est di Tradate è inserito ancora, grazie anche al verde esistente di ville e parchi privati, in una naturalità diffusa che ben si allaccia con discreta continuità all’adiacente Parco Pineta. I tanto famosi ed importanti “corridoi ecologici” ribaditi anche nel recente piano paesaggistico della Provincia di Varese in questa porzione di territorio danno i loro frutti i termini di biodiversità nonché come elemento calmierante del clima e purificatore dell’aria».
Nel momento in cui Comune e Chiesa scegliessero di lottizzare l’intera area riteniamo fondamentale uno studio preliminare che affronti in primo luogo la stima dei danni ambientali ed i possibili e doverosi interventi di mitigazione e compensazione in loco, tenendo conto, tra l’altro, che anche il Parco di Villa Inzoli subirà presto un notevole impatto cementificatorio. Per essere ancora più chiari per studio “ambientale” non intendiamo il colore o il tipo di coppi e muretti ( studi che stimolano molto alcuni architetti e non) bensì l’analisi dell’impatto che nuove cementificazioni arrecheranno ad un ambiente, seppur urbano, ad alta naturalità che permetta di giungere ad una proposta sostenibile».
«Auspichiamo – concludono – che si formi un tavolo di lavoro con la presenza dell’Amministrazione Comunale, organi della Chiesa, abitanti del quartiere, associazioni ambientaliste. L’Amministrazione Comunale si è già dichiarata disposta ad affrontare questa problematica, ci aspettiamo che anche la Curia offra la propria disponibilità».
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