Dai ricercatori agli studenti, la protesta che ha smosso l’Insubria

Assemblee e dibattiti per discutere insieme del futuro dell'università. I rappresentanti dei ragazzi: "Siamo pronti a protestare se la riforma non cambia"

La riforma dell’università è stata rinviata di nuovo, dopo la bocciatura del testo da parte della Ragioneria dello Stato che contesta la mancanza di risorse per realizzare quanto previsto. Intanto l’ennesimo intoppo nell’iter del disegno di legge non placa le proteste del mondo universitario. Come nel resto dell’Italia, anche all’Insubria studenti, ricercatori, precari e alcuni docenti fanno trapelare da tempo il proprio dissenso nei confronti del disegno di legge del ministro Gelmini. Questa mattina i rappresentanti degli studenti hanno convocato una conferenza stampa per esprimere il "malessere nei confronti della considerazione che il Governo dimostra di avere nei confronti dell’università". I punti che preoccupano gli universitari sono diversi e vanno dai tagli al fondo di finanziamento ordinario degli atenei all’apertura ai privati dei consigli di amministrazione che potrebbero "spingere l’università verso una poco celata privatizzazione". Gli studenti varesini si sono dichiarati inoltre pronti a protestare in modo deciso in vista delle nuove tappe dell’iter di approvazione del disegno di legge.

Per l’Insubria, dove in alcune facoltà l’inizio delle lezioni è stato rinviato di alcune settimane, la mobilitazione di questi mesi rappresenta qualcosa di mai visto nella sua giovane storia. Anche se non ci sono state forme di protesta eclatanti come da altre parti d’Italia è la prima volta che all’interno dell’ateneo si sono prese posizioni così nette che sono culminate nella dichiarazione di "indisponibilità" alla didattica da parte dei ricercatori. Decisione (presa all’inizio dell’estate) che ha costretto a rivedere l’organizzazione complessiva dei corsi per poter garantire ai ragazzi il normale svolgimento delle lezioni. I ricercatori hanno smosso l’intero ateneo, appoggiati anche da alcuni professori: hanno creato un blog, un sito e dei gruppi di Facebook. Hanno partecipato agli incontri nazionali organizzati dalla Rete29Aprile, alle manifestazioni milanesi e poi incontrato i ragazzi per parlare con loro e spiegare in modo concreto che cosa cambierà con la riforma e più in generale con i continui tagli al sistema universitario. Hanno risposto a tutte le domande e alle critiche e le assemblee, con il tempo sono diventate sempre più affollate, arrivando a riempire per due volte tutta l’aula magna di via Dunant. Gli incontri hanno visto anche la partecipazione di alcuni presidi che, seppur mantenendo posizioni diverse, hanno criticato i continui tagli all’università e ribadito la necessita di un piano di investimento e rilancio della formazione e della ricerca. Anche gli studenti si sono radunati e alcuni giorni fa hanno organizzato un’assemblea per discutere e cercare una posizione comune nei confronti di quanto sta avvenendo. Tra gli universitari le opinioni sono diverse, a molti interessa soltanto sapere se e quando le lezioni ricominceranno, ma è vero anche che la maggior parte dei ragazzi si è dichiarata disposta ad appoggiare i ricercatori e i precari nella loro battaglia anche in futuro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Ottobre 2010
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