Delitto Castiglioni, i vicini: «Litigavano da una settimana»
Nel processo che vede imputato Stefano Castiglioni, con l'accusa di aver ucciso il padre Paolo, emergono altri particolari sulle frequenti liti tra i due. Tutti dicono, però, di averlo visto vivo fino al venerdì prima del ritrovamento del corpo
I vicini di casa di Paolo Castiglioni concordano su un punto, l’ultima volta che l’hanno visto vivo è stato il venerdì prima del ritrovamento del cadavere, avvenuto domenica 17 maggio 2009 ad opera del figlio Stefano, oggi alla sbarra con l’accusa di averlo ucciso a botte. Secondo le diverse testimonianze rilasciate in aula questa mattina da coloro che vivono nella palazzina di Sacconago e che in quei giorni hanno potuto registrare diversi eventi, Paolo venerdì mattina era uscito in bicicletta per andare a fare la spesa ma l’autopsia effettuata dal medico legale dice che il pestaggio nei suoi confronti era avvenuto il giovedì.
Le domande ai vicini da parte del pm Sabrina Ditaranto vertono sulle 48 ore che vanno dall’ultima volta che è stato visto il Castiglioni fino al momento della scoperta del cadavere. «Per tutta la settimana sentivamo, nel cuore della notte, le discussioni tra padre e figlio – racconta la vicina che abita al piano di sopra. Stefano (foto in alto) e Paolo erano in una situazione di tensione costante ma la mattina di sabato abbiamo sentito solo il figlio urlare in casa mentre la voce del padre non si sentiva». La stessa cosa l’ha ripetuta il marito, uomo mattiniero, che era uscito di casa proprio attorno alle 7,30 del mattino, l’orario in cui aveva sentito Stefano urlare. Tutti concordano anche nel dire che sabato, invece, Paolo non era uscito di casa e non si sentivano i soliti rumori che provenivano dal suo appartamento. Questo fece preoccupare i coniugi che abitavano al piano di sopra che, la mattina successiva, chiamarono Stefano il quale arrivò a casa e scoprì il cadavere del padre.
La vicina dirimpettaia ricorda anche di averli visti, una settimana prima, litigare sul pianerottolo di casa mentre lei, con l’altra vicina, tornavano a casa dopo una visita al cimitero: «Ricordo che Stefano trascinava il padre e gli diceva che non aveva pietà per lui e che doveva uscire da casa sua e andare a stare in cantina». Paolo e Stefano litigavano principalmente per colpa della casa che Paolo voleva vendere per andare in Costa d’Avorio con Marie, la donna per la quale aveva perso la testa. «Era euforico – conferma la signora del piano di sopra – da quando aveva conosciuto questa ragazza anche se io gli consigliavo di stare attento». Secondo l’accusa, infatti, Stefano aveva discussioni continue col padre perchè questo stava dissipando tutto il patrimonio e, infatti, negli ultimi mesi lo stesso Stefano era dovuto intervenire pagando metà della rata del mutuo per la casa dove Stefano stesso viveva: «Me lo aveva confidato Stefano – conferma la sua ex-fidanzata – e mi diceva anche che erano spariti un sacco di soldi e monili d’oro appartenuti alla madre».
La difesa di Stefano Castiglioni ha puntato ancora sugli amici ivoriani di Marie e le domande ripetute a tutti i testi vertevano proprio sulle frequenti visite della stessa ragazza ivoriana e sull’andirivieni di alcuni di questi. Nessuno, però, ha riferito di lamentele da parte di Paolo per queste visite frequenti e nessuno lo ha mai sentito litigare con loro. Smentita anche la tesi secondo la quale la Marie, che si è costituita parte civile, non sia la stessa che frequentava il padre grazie al riconoscimento effettuato in aula tramite una foto della ragazza, presa dal quotidiano La Provincia di Varese del giorno seguente alla sua testimonianza in aula, mostrata dall’avvocato di Stefano, Amanda Gugliotta, ad una vicina di casa che ha confermato essere la stessa ragazza frequentata dal Castiglioni Paolo. Il processo riprenderà il prossimo 2 novembre con l’esame dell’imputato da parte dell’accusa.
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