Edilizia, ripartiamo dai centro storici
La proposta dei sindacati provinciali Cgil, Cisl e Uil per far ripartire il settore delle costruzioni
Far rinascere i centri storici per far ripartire l’edilizia. È questa la ricetta delineata dai sindacati provinciali per sostenere il settore delel costruzioni. «Nel 2008 avevamo 10mila operai iscritti alla cassa edile – esordisce Flavio Nossa di Fillea Cgil -,oggi siamo a 7.400 e non ci sono segnali di ripresa. Il lavoro invece è centrale uscire dalla crisi ed è da li che bisogna ripartire».
Secondo i rappresentanti sindacali bisogna guardare all’edilizia pubblica e non ancora alla privata perché «ormai siamo alla saturazione e in certe aree non ci sta neanche uno spillo – continua Nossa -. Pensiamo invece che la via giusta sia quella di investire fortemente sulla riqualificazione dei centri storici degradati e di ridare slancio agli alloggi di edilizia popolare e convenzionata. Si tratterebbe di cantieri medio piccoli adatti alle dimensioni delle imprese varesine». Per questo i sindacati chiedono ai comuni di venire coinvolti di più nell’iter per l’approvazione dei piani di governo del territorio. Sempre rispetto agli enti locali, Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo di allentare la morsa del patto di stabilità sui comuni virtuosi.
Un sostegno ai virtuosi che i sindacati non vogliono indirizzare solo ai comuni. «In vista del rinnovo del contrattodel contratto provinciale per l’edilizia – spiega Antonio Massafra di Fena Uil – vogliamo dare un contributo per aiutare le imprese vituose a crescere. Ci sono i furbi che non versano tutte le ore lavorate, non pagano le ferie e le malattie. Vogliamo penalizzarli, ma incentivare invece gli altri garantendo ad esempio dei costi inferiori sulla bilateralità».
Ma oltre alle proposte di riqualicazione nei comuni, il pensiero dei sindacati va alle opere infrastrutturali che dovranno – o dovrebbero – essere realizzate. «Per alcune stanno partendo i canitieri, ma siamo in ritardo sui lavori – spiega Nossa -. Penso ad esempio a Pedemontata o all’Arcisate-Stabio. Ma per altre sono stati tagliati i finanziamenti, come al secondo lotto della tangenziale o al terzo binario Rho-Gallarate. Chiediamo quindi al governo di intervenire per sbloccare i finanziamenti».
Una serire di proposte concrete quindi da realizzare «tenendo come stella polare la regolarità – commenta Terenzio Crespi di Filca Cisl -. L’edilizia è stata la prima categoria ad introdurre il Documento unico sulla regolarità contributiva (Durc). Nelle regole che gestiscono gli appalti pubblici c’è però qualcosa che a volte non quadra. Se una società vince un appalto con un ribasso del 45-50 per cento, vuol dire che sottrae risorse alla sicurezza e alla regolarità della manodopera».
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