Gli studenti: «Torneremo alle prossime udienze»
Positiva, agli occhi dei ragazzi del liceo Tosi, la loro partecipazione all'udienza del processo alla 'ndrangheta del Varesotto. I parenti degli imputati si lamentano in una lettera: «Siete venuti a vedere gli animali in gabbia»
Se chiedi cos’hanno capito dell’udienza di questa mattina loro ti rispondono: «Hanno praticamente ammesso di essere dei mafiosi e adesso puntano allo sconto di pena». I ragazzi della 5A del liceo scientifico Tosi hanno le idee chiare al termine dell’udienza di questa mattina grazie anche alla preparazione che il coordinatore del movimento Ammazzateci Tutti Lombardia Massimo Brugnone ha impartito loro nei giorni scorsi: «Ci siamo preparati prima di venire qui – ci dice Dario, uno dei 19 studenti che hanno partecipato all’udienza del processo alla ‘ndrangheta del Varesotto – in aula l’audio non era il massimo ma siamo riusciti a capire, grazie anche all’aiuto di Brugnone, quello che stava accadendo».
Hanno occupato quasi tutti i posti a disposizione dell’aula "Falcone e Borsellino", i 19 ragazzi mentre molti altri , tra i quali i parenti degli imputati, sono dovuti rimanere in piedi. Loro hanno raccolto immediatamente l’appello dell’associazione antimafia e si sono detti "impressionati" dall’esperienza: «Sicuramente è stata un’esperienza formativa molto interessante – continua Dario – ma la cosa che ci ha impressionato di più è stare vicini a loro, vedere gli imputati dietro le sbarre e sentire la presenza dei loro parenti a pochi centimentri da noi». Tra le parentele varie erano presenti anche ragazzi che avevano, più o meno, la stessa età degli studenti del Tosi e alla domanda su cosa pensassero dei loro coetanei che si sono ritrovati un padre o un fratello in carcere per mafia la risposta è stata più comprensiva: «Proviamo dispiacere per loro. Non deve essere facile affrancarsi da un certo pensiero – conclude ancora Dario – quando sei nato e cresciutocon persone che hanno quella mentalità. Non aiuta ad impostare la propria vita sulle solide basi della legalità ma a loro direi che devono comunque prendere coscienza».
I ragazzi hanno indossato tutti la maglietta disegnata dai ragazzi del liceo artistico Candiani di Busto Arsizio, vincitori di un concorso di idee promosso proprio da Ammazzateci Tutti Lombardia. Sull t-shirt bianca c’è un riquadro nero con all’interno la scritta "No alla violenza, alla criminalità, al sangue". Alla prossima udienza parteciperanno altri ragazzi delle scuole superiori bustocche ma, c’è da scommetterci, saranno presenti anche alcuni dei ragazzi venuti in aula oggi.
La loro presenza non è stata gradita dai parenti degli imputati che avrebbero espresso la loro perplessità all’iniziativa in una lettera – come ha confermato l’avvocato Michele D’Agostino – il cui contenuto, però, non è ancora stato rivelato: si parla di duecento righe di missiva nella quale mogli e figli esprimono il loro dissenso e dove – secondo quanto trapelato da alcune indiscrezioni – ritengono che i loro cari siano trattati come animali in gabbia da mostrare in attesa di una giustizia che potrebbe metterci anni a concludere il suo percorso. Forse non ci vorrà così tanto da come si stanno evolvendo le cose nel processo.
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