Il grido d’allarme del Nuoto Club: “Istituzioni assenti e società abbandonata “
La realtà sportiva d'eccellenza ha accumulato debiti, Amsc chiede di rientrare. Ma il Club accusa: "Il Comune ci ha abbandonato"
Nell’estate del 2008, con una conferenza stampa in Comune, infatti, il Sindaco in persona siglava un
Protocollo d’Intesa a tre, che avrebbe dovuto sancire la definitiva organizzazione degli sport acquatici in Città. Ad Amsc Impianti & Servizi la gestione della scuola nuoto, al Nuoto Club quella della Squadra Agonistica, il tutto con il supporto e la benedizione del Comune, che avrebbe dovuto erogare un contributo atto a sostenere proprio le attività agonistiche (altrimenti destinate a morire). Ma il Protocollo d’Intesa, secondo la dirigenza del Nuoto Club, non è mai stato rispettato, almeno dal Comune e da Amsc (che avrebbe dovuto fornire piena collaborazione per la sopravvivenza e la crescita della Squadra Agonistica). Risultato: dopo un anno e mezzo, nulla è cambiato, nelle casse del NC Gallarate non è entrato un solo euro di contributo. «Abbiamo ceduto una scuola nuoto da 65mila euro, il ramo attivo della nostra attività, ci liquidano con poco più di 13mila euro» spiega Barbara Allaria, vicepresidente della società.A questo punto, una domanda è d’obbligo: ma cosa ci guadagnano Amsc e il Comune a far chiudere l’attività agonistica a Gallarate? «Gli atleti – fa notare Temporiti – occupano gli spazi acqua cittadini per lo più in orari assolutamente privi di pubblico (basta fare un giro in piscina tra le 14:00 e le 16:30 per vedere come le corsie del NC Gallarate siano affollatissime, mentre quelle dell’Amsc restino desolatamente vuote) e a ben guardare i conti solo dell’ultimo decennio, il NC Gallarate ha versato nelle casse di AMSC oltre un milione di euro e quest’anno si festeggia il 40° anno di attività. Il mondo dello sport lombardo si sta mobilitando, perché è ben chiaro che se oggi tocca al NC Gallarate, domani potrebbe toccare a qualunque altro sodalizio sportivo». E con il Nuoto Club si schiera – oltre a Massimiliano Rosolino – anche il Comitato Paralimpico: a Gallarate, infatti, insieme agli atleti bianco-blu si allena quotidianamente Emanuele Parolin, giovane e promettente atleta della nazionale paralimpica e della Polha Varese, che a Gallarate ha trovato la sua seconda casa, sportivamente parlando. Se il Nuoto Club chiuderà i battenti, allora anche il suo sogno olimpico potrebbe sfumare e uno dei primi e rari esempi di integrazione sportiva a tutti gli effetti, tra atleti disabili e non, sarebbe destinato miseramente a fallire. Non a caso alla conferenza stampa è intervenuto – senza schierarsi apertamente, ma mostrando il suo interesse, il presidente provinciale del Coni Fausto Origlio.
«Se dobbiamo morire, non vogliamo morire in silenzio: siamo pronti a scendere in piazza con i nostri soci e gli atleti» conclude Barbara Allaria.
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