Salone del Gusto, una scommessa planetaria
Giovedì 21 ottobre parte a Torino la nuova edizione dell'evento di Slow Food: prelibatezze dall'Italia e dall'estero per una manifestazione "a impatto zero"
Oltre 60 nuovi Presìdi Slow Food in esposizione (e degustazione), di cui ben 29 provenienti dall’estero, partendo dalla Francia per arrivare fino alla Nuova Caledonia: forse si può iniziare da questo piccolo ma significativo dato per raccontare l’irresistibile vocazione internazionale del nuovo Salone del Gusto, la manifestazione che si apre domani (giovedì 21 ottobre) al Lingotto di Torino e che festeggia quest’anno la sua ottava edizione. Non poche, vista la cadenza biennale dell’evento. La volontà di dare al Salone una risonanza e un valore planetario, del resto, si esprime già da diversi anni nella coesistenza e contemporaneità con Terra Madre, la "rete delle comunità del cibo" che riunisce nel capoluogo piemontese agricoltori, allevatori, cuochi e intellettuali giunti da 150 paesi del mondo per confrontare le proprie esperienze e dibattere su temi legati al cibo e all’alimentazione; e che rende possibile imbattersi, lungo i corridoi della fiera, in pastori peruviani intenti a degustare pomodori di Pachino o in contadine ivoriane che apprendono i metodi di lavorazione dell’Emmentaler svizzero, tanto per fare due esempi prosaici (nella foto: Carlo Petrini, fondatore di Slow Food).
Il concetto è espresso, sia pure in modo più contorto, anche nello slogan della manifestazione: "Cibo + = territori". La formula mira a esprimere il legame a doppio filo tra gli alimenti e il luogo geografico in cui vengono prodotti, in grado – se correttamente tutelati e valorizzati – di sostenersi a vicenda e definire, sempre a vicenda, le rispettive identità. Per scoprire, o riscoprire, questo assunto di base si passa attraverso una serie di narrazioni: le affascinanti vicende di cibi dimenticati, le storie personali che si nascondono dietro a ogni realtà aziendale del settore, le nozioni che gli esperti del settore comunicano tramite i Laboratori del Gusto, il Teatro del Gusto, le conferenze, gli incontri con gli autori, i lungometraggi di Slow Food on Film. Non a caso, una buona parte del Salone è dedicata ai più piccoli, coinvolti in veri e propri percorsi di educazione alimentare che vanno dalla riscoperta dell’orto al progetto "Parla (di) come mangi" per imparare a conoscere il proprio… pane quotidiano.Dal sito Locuste.org
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