Dieta mediterranea patrimonio dell’umanità
Il riconoscimento dell’Unesco per l’ingrediente base della dieta: gli spaghetti al pomodoro. La dedica ad Angelo vassallo, sindaco ucciso dalla camorra
Olio d’oliva, pasta, pomodoro e basilico. Dietro a pochi ingredienti si nasconde la ricetta che tutto il mondo ci invidia, che vuol dire pasta al pomodoro, ingrediente principe della dieta mediterranea, custodita da oggi come “patrimonio dell’umanità”. La decisione definitiva è stata presa da un comitato di delegati di 166 paesi riunitisi a Nairobi in seno all’Unesco, l’organizzazione collegata all’Onu per la valorizzazione del patrimonio dell’umanità. Salvo alcune posizioni contrarie da parte dei delegati albanesi, la decisione è stata salutata con una standing ovation: applausi – benché l’ora di pranzo fosse passata da ore – che hanno salutato il piatto forse più famoso della dieta mediterranea: gli spaghetti al pomodoro.
Il colore di un ortaggio – il pomodoro – che arrivò tardi in Europa (in seguito alla scoperta delle Americhe, grazie alla quali giunsero anche ingredienti fondamentali per la sopravvivenza delle popolazioni europee degli anni a venire: mais e patate), il rosso, ha contraddistinto la ricetta più famosa che milioni di italiani ogni giorno consumano, per la gioia dei dietologi. I quattro Paesi che hanno sostenuto la candidatura per la Dieta Mediterranea – Italia, Spagna, Grecia e Marocco – si sono trovati concordi inoltre nel volere "dedicare il riconoscimento al sindaco Angelo Vassallo", ucciso in un agguato di stampo camorristico lo scorso 5 settembre a Pollica in Campania.
La vittoria della dieta mediterranea rappresenta un tassello importante per l’economia alimentare italiana già forte di un più 9% delle esportazioni in campo alimentare. Aumentano secondo la Coldiretti, le vendite all’estero di prodotti alimentari made in Italy per gli ortaggi (+20%), frutta (+18%) e olio d’oliva (+10%), ma anche conserva di pomodoro (+3%), pasta (+2%) e vino (+1%).
La candidatura della Dieta Mediterranea, già presentata 4 anni fa dall’Italia, dalla Spagna, dalla Grecia e dal Marocco, era stata inizialmente bocciata in quanto per l’Unesco non erano soddisfatti i requisiti previsti dalla Convenzione del 2003 sul Patrimonio Immateriale dell’Umanità, per cui i 4 paesi decisero di ritirarla.
Nel maggio 2009, la candidatura è stata ripresentata, insieme a Spagna, Grecia e Marocco, dall’Italia che ha assunto il coordinamento del gruppo di lavoro internazionale, riscrivendo interamente il dossier di candidatura e sottolineando il valore culturale della Dieta Mediterranea.
Ad agosto 2010, dopo un lavoro incessante anche in piena estate, era giunta una prima valutazione positiva da parte dell’UNESCO con cui era stata accertata la conformità della nuova candidatura con i requisiti previsti dall’UNESCO. Poi la decisione di Nairobi.
E per il futuro? “Il gruppo di lavoro del Ministero – dicono da Roma – sta ora lavorando, per il prossimo anno, alle candidature de “L’arte della pizza napoletana” e “La coltivazione ad alberello dello Zibibbo di Pantelleria”.
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