Il nuovo sfogo di Antonio Tesoro: “Per molti bustocchi la Pro è un fastidio”
L'ex-presidente della Pro Patria torna a farsi sentire e ne ha un po' per tutti dagli imprenditori locali a papà Savino. Ma augura al nuovo consorzio di riuscire nell'impresa di portare avanti il club
Antonio Tesoro (nella foto) torna a farsi sentire con una lunga lettera ai giornali. L’ex-presidente della Pro Patria, che ora suo padre sta cercando di vendere minacciando anche di liquidarla, continua a togliersi i sassolini dalle scarpe e se la prende a più mandate con la città di Busto Arsizio, i suoi imprenditori e anche (nuovamente) con suo padre.
Ma andiamo con ordine. Il primo obiettivo di Antonio è la "piazza" in senso calcistico di Busto: "Al mio paese c’è un detto : “1000 niente uccidono l’asino“, ovvero mille persone che non valgono niente con continui tentativi di affossare ciò che è di valore, alla fine ci riescono. E cosi è stato. Nessuno si è posto il problema che fosse un regalo piovuto dal cielo che una famiglia benestante che con Busto Arsizio non c’entra assolutamente nulla ( e ribadisco ancora una volta che il progetto delle Nord non ha avuto nessun beneficio) si appassioni e sia pronta ad investire soldi veri, in un momento di crisi mondiale assoluta in cui aziende cadono come birilli e dinastie vanno in rovina, per un sogno. Nessuno ha pensato aiutiamoli, creiamo sinergie e andiamo in serie B, tutti hanno pensato derubiamoli. A queste condizioni era scontato che il gioco durasse poco – scrive Tesoro – a Busto Arsizio non interessa nulla, zero della Pro, anzi è persino un fastidio… il traffico la domenica , i rumori, la gente di fuori. La Pro Patria è scolpita nell’anima di quelle 1300 persone che vengono allo stadio, che ci sono d’estate e d’inverno sotto la neve,sotto la pioggia, sotto il diluvio e in qualsiasi categoria. Impagabili, Immensi,Unici".
Nella lista dei cattivi Antonio Tesoro ci mette anche il sindaco che "durante una delle tante partite disgraziate dello scorso anno mentre subiamo un azione in contropiede, tre contro due, a 10 minuti dalla fine, con la radiolina in mano si alza in piedi ed esulta…… aveva segnato la Juve…”. Al padre riserva l’ennesima staffilata: "Di fatto alle condizioni attuali, con il valore di mercato di alcuni giocatori, la gestione Pro Patria quest’anno costerebbe, a chi subentra, più o meno come quella del Renate, euro più euro meno…ma oramai è propaganda allo stato puro, la dignità è perduta e si salvi chi può. L’anno prossimo i costi del lavoro si abbasseranno ancora ulteriormente mettendo in condizione il subentrante di spendere a misura della sua volontà/tasca. Se solo la proprietà ci capisse qualcosa di calcio e gestione capirebbe che sta facendo il peggior business della sua storia. Cornuto e mazziato, cosi finirà ,non si scappa.".
Infine Tesoro lascia qualche nota di merito a chi sta lavorando per la cordata, che poi è lo stesso sindaco che attaccava qualche riga prima, più Alberto Armiraglio, uno dei pochi a salvarsi nel lungo elenco dei peccatori: "Adesso sento parlare di azionariato popolare, conti correnti , mobilitazioni, cordate. Bene, benissimo,bis.Voglio sperarci e crederci, anche se le precedenti esperienze di cordate non fanno ben sperare, mi ricordo ancora l’affanno della voce di Armiraglio il giorno prima della asta fallimentare con la squadra ad un passo dalla serie B".
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