Carte di credito clonate in pizzeria, arrestati i truffatori
L'operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza di Milano. Diciassette le persone coinvolte ritenute responsabili di diversi reati dal furto aggravato alla frode
La Guardia di Finanza di Milano ha scoperto una banda che clonava carte di credito. Sono 17 le ordinanze di custodia cautelare (14 in carcere e 3 ai domiciliari) emesse dal GIP di Milano nei confronti delle persone (15 cittadini rumeni e 2 italiani) ritenute responsabili a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla clonazione di carte di credito, frode informatica, furto aggravato, ricettazione, riciclaggio. È stata contestata anche l’aggravante della transnazionalità dei delitti commessi.
Il meccanismo dei furti – Le indagini, iniziate a marzo 2010 hanno permesso di scoprire, a Milano e in provincia di Padova, strutture bancomat (ATM) modificate, in cui era stata posizionata, sovrapposta all’apertura per l’inserimento della carta, una diversa fenditura non visibile agli utenti, che serviva – grazie anche a telecamere spia – per la lettura delle bande magnetiche e per filmare la digitazione dei PIN. In altri casi, il furto delle credenziali avveniva presso esercizi commerciali compiacenti (pizzerie, negozi di abbigliamento), che consentivano l’installazione di POS opportunamente modificati. Anche gli imprenditori complici sono stati arrestati. Ottenuti i codici e i PIN delle carte, la banda li trasmetteva in Romania, ove laboratori di "esperti" del settore li decriptavano per poi permetterne l’utilizzo a danno dei titolari.
Colpi nelle tabaccherie – Uno dei gruppi criminali era anche dedito a furti presso tabaccherie e ricevitorie; gli arrestati sono stati identificati grazie ad alcune telecamere di videosorveglianza.
Sono in corso anche le perquisizioni presso le abitazioni degli indagati, per quantificare il numero delle carte di credito contraffatte e il giro d’affari delle truffe (ad oggi sono state scoperte oltre diecimila carte di pagamento duplicate per un totale di indebiti prelievi/spese pari a circa 10 milioni di euro)
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