Crac Pro Patria, l’accusa chiede 5 anni e 4 mesi per Zoppo
Torna in aula la vicenda del fallimento della Pro Patria-Gallaratese. Il pubblico ministero ha anche chiesto 2 anni e 2 mesi per Franco e Dino Ceravolo
La vicenda della bancarotta della Pro Patria giunge alle richieste di pena da parte del pm. Questa mattina, martedì, l’ex-patron della squadra Giuseppe Zoppo (foto a sin.) era presente in aula mentre il pubblico ministero Valentina Margio chiedeva per lui la condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere per i reati bancarotta fraudolenta, tentata truffa e appropriazione indebita mentre per Franco e Dino Ceravolo, accusati di tentata truffa ai danni della curatela fallimentare, sono stati chiesti 2 anni e 2 mesi ciascuno. I due, padre e figlio, si erano insinuati nel fallimento richiedendo 450 mila euro per l’operazione che aveva portato Guillermo Do Prado alla Pro Patria.
La vicenda riguarda il travagliato fallimento della società sportiva Pro Patria-Gallaratese, poi rinata come Aurora Pro Patria, del 2009 quando dopo un’annata straordinaria che stava portando la squadra in serie B la situazione societaria è precipitata a causa della malagestione dell’allora presidente Giuseppe Zoppo che aveva rilevato la squadra dalla famiglia Vender. Insieme ai Ceravolo aveva messo in piedi una squadra di campioni (per la Prima Divisione) e ai bustocchi aveva raccontato la favola del nuovo stadio e del centro sportivo. In realtà, a carte scoperte, dietro al grande sogno è apparso tutto il fumo dell’operazione. Nel giro di qualche mese tutti i creditori della squadra si sono fatti avanti avanzando le messe in mora e il tribunale ha aperto la procedura fallimentare mettendo all’asta la società. Il primo febbraio toccherà alle difese parlare e poi la parola passerà al giudice per l’udienza preliminare Alessandro Chionna per le sentenze.
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