Formigoni e Cattaneo “contano” il loro popolo a MalpensaFiere

Parata di potenti per la cena natalizia della Fondazione Lombardia Europa e il premio carità all'Opera. "Lega-Pdl? Tandem che funziona. Terzo polo? Ci siamo fatti del male da soli, ma gli italiani ormai hanno adottato il bipolarismo"

Quasi in seicento (560 i coperti) a MalpensaFiere a Busto Arsizio per la grande cena natalizia organizzata dalla Fondazione Lombardia Europa, con la consegna di premi a quattro realtà del volontariato distintesi per l’impegno nel sociale (Fondazione Piatti, Fondazione Cilla, Alecrim, il Granello), e con la presenza della Regione, e del PdL, che conta, versante cattolico-ciellino. Dal governatore Roberto Formigoni all’assessore Raffaele Cattaneo, primo motore della serata, al consigliere regionale Paolo Valentini Puccitelli, alla giovane europarlamentare Lara Comi. Più un gran numero di amministratori locali tra cui i sindaci di Gallarate, di Castellanza, ovviamente di Busto Arsizio – anche Farioli è comparso per un breve saluto sul palco – di Solbiate e Olgiate Olona, di Cairate, di Lonate Pozzolo. Anche esponenti del mondo produttivo, come Giorgio Merletti, ma venivano citati anche alti dirigenti di Aermacchi e Agusta; amministratori del settore sanitario (aziende ospedaliere) come Pietro Zoia, da Busto, e Walter Bergamaschi, da Varese. Sempre da Varese, un veterano della politica come l’ex sindaco Pippo Gibilisco non poteva mancare a salutare il "matrimonio" fra Liberamente Politica e la Fondazione, ricordando lo slogan della "politica a chilometri zero". E ancora: il sottosegretario alla presidenza regionale Paolo Alli, i vertici delle ferrovie regionali (Fnm, Trenitalia Le Nord) con Norberto Achille e Giuseppe Biesuz, un Cecco Vescovi dal mondo dello sport; si attendeva il senatore Tomassini.

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– Contarsi e marcare la propria identità

La serata viveva, al di là dell’intento benefico all’insegna del motto "solidarietà più sussidiarietà" e del premio alle realtà sociali citate ad esempio, su un desiderio di riunirsi, contarsi, incontrarsi, marcare un’identità forte, in un momento politico complesso. Lo ricordava Raffaele Cattaneo, lo ricordava Roberto Formigoni. «È fallito il golpe dei Radicali» rimarcava soddisfatto quest’ultimo commentando la notizia che il Tar Lombardia ha respinto la richiesta di decadenza del consiglio regionale avanzata dai Radicali per la vicenda delle firme raccolte per la presentazione delle liste. Tranquillo lui, martedì si vota a fiducia al governo, cioè a Berlusconi: «C’è ottimismo, ci sono molti casi di ripensamento e responsabilità. Il Paese ha bisogno di un governo, specialmente adesso che la situazione internazionale così difficile richiede decisioni rapide. Terzo polo? Non lo vedo benissimo. Gli italiani hanno adottato il bipolarismo, votano per e molto anche contro. Albertini a Milano con Fli? Non ci ho mai creduto molto» commenta Formigoni dopo che l’ex sindaco ha detto no alla candidatura con i finiani. Sui rapporti con gli alleati: «Quello Lega-PdL è un tandem che funziona, bisogna alternarsi alla guida (nessuna implicazione bustocca, purtroppo per la Lega ndr), è bene che ci sia un equilibrio, un alternarsi di responsabilità».
A cena in corso scorreva sullo schermo un filmato con un Formigoni accompagnato dal rock duro: "Back in black" degli Ac-Dc. Intorno, una cena di massa dal clima informale. La solidarietà premiata, la politica al centro della scena. «Abbiamo vissuto un’estate brutta» dirà Formigoni alla platea, pardon alla tavolata, «ci siamo fatti del male da noi stessi, con le nostre divisioni, facciamoci carico delle responsabilità politiche. Le notizie ora sono positive, speriamo che l’Italia non faccia l’ultimo passo verso il baratro sfiduciando l’unico governo possibile, che qualcuno si ricordi in che partito, e per che presidente del consiglio scritto sulla scheda grosso così, è stato eletto».

Un Raffaele Cattaneo misurato avvertiva il «momento di crisi culturale, quasi antropologica», di fronte alal quale non si accettano risposte superficiali. Non che la politica ne abbia di pronte, ammetteva, ma restano i valori forti. E se anche andasse tutto a catafascio, si tornasse al voto e, per assurdo, si perdesse, «non cambierei il mio modo di fare politica e le mie idee. Sto bene dove sto, perchè nel PdL queste idee trovano spazio». Con Lara Comi, fresca di Bruxelles, andava in scena la politica europea: nella capitale belga tutti le chiedono "What’s happening in Italy?" perchè nessuno ci capisce più niente. E solo la Lombardia «è percepita come un’isola di stabilità» e subito associata al nome di Formigoni. A Paolo Valentini avevamo posto invece la questione dei rapporti con la Lega, per i quali il governatore nei giorni scorsi si era espresso nei termini di "alleati, non omologati": «L’invito è a tenere alti i nostri valori e contenuti. Sui programmi, siamo sinergici con la Lega, alleato con cui confrontarsi; governare insieme si può. I problemi più che in regione sono sul territorio, su equilibri e candidature, ma questa partita è ben gestita dalle segreterie provinciali». E con altre componenti del PdL? «Non ci sono grosse difficoltà. Sfumature, ecco».

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Pubblicato il 11 Dicembre 2010
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